Nei giorni scorsi, commentando il piano di risanamento della giunta Appendino, il notaio Alberto Morano - consigliere comunale molto attento alle questioni finanziarie - ha spiegato che tutto si poggia su un «presupposto essenziale»: il salvataggio di Gtt. La società di trasporto pubblico annaspa alla ricerca di un centinaio di milioni utili a soddisfare il fabbisogno di cassa da qui a fine anno. Se entro la fine dell’anno non ne arriveranno almeno 40 Gtt non avrà scampo: la società andrà in amministrazione controllata con effetti rilevanti sia sul trasporto pubblico sia sui conti del Comune, che con Gtt ha debiti e crediti.

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Che Morano abbia ragione o meno, e cioè se la sorte di Gtt sia davvero decisiva per la tenuta dei bilanci della Città e per evitarne il dissesto, nulla toglie all’importanza della partita che la sindaca Appendino e il presidente della Regione Chiamparino stanno giocando a Roma. Né il Comune, né la Regione hanno le risorse necessarie. Le leve sono a Palazzo Chigi: i fondi per lo sviluppo. Servirebbe un decreto con cui il governo autorizzi la Regione a dirottare una parte di quelle risorse a Gtt.

MISSIONE A ROMA

Nelle scorse settimane Sergio Chiamparino e Chiara Appendino sono stati a Roma alla ricerca di una soluzione. Hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture Del Rio, poi hanno avuto colloqui al ministero dell’Economia. Altri incontri sono previsti nelle prossime settimane; non c’è più tempo. E con il passare dei giorni diventa chiaro chi avrà un ruolo determinante nella partita: la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.

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Boschi è centrale negli ingranaggi del governo: dai suoi uffici passano tutti i dossier più rilevanti. E alle sue mosse da giorni guardano le opposte tifoserie: chi vorrebbe un impegno del governo per salvare Gtt e chi invece “tifa” per il crac.

Al secondo partito appartiene l’ala ultra renziana del Pd, da mesi protagonista di un’offensiva durissima contro la sindaca Appendino e il Movimento 5 Stelle. I suoi esponenti ritengono l’amministrazione Cinquestelle colpevole di essere rimasta inerte per oltre un anno, lasciando che la situazione di Gtt precipitasse. In quest’ottica considerano l’intervento del governo un regalo ad Appendino. Senza contare che, se il ragionamento del notaio Morano è corretto, Gtt in amministrazione straordinaria costringerebbe il Comune a pagare subito, senza rateizzare, i debiti con l’azienda: potrebbe crearsi un buco nei conti della Città di circa 100 milioni e Palazzo Civico sarebbe a rischio dissesto.

I FRONTI NEL PD

Su questo fronte - che lavora per far cadere Appendino, e al più presto - da giorni, convergono telefonate e appelli da parte del secondo schieramento. Gtt a fine corsa, secondo questo “partito”, sarebbe sì un dramma per la sindaca ma il Pd difficilmente ne uscirebbe indenne. I mali dell’azienda hanno radici antiche e finirebbero per trascinare alcuni pesi massimi del partito: lo stesso Chiamparino, che di Torino è stato sindaco per dieci anni, o il segretario regionale Davide Gariglio da sempre molto addentro alle vicende di Gtt. Insomma, Appendino ne uscirebbe con le ossa rotta ma il Pd non avrebbe molto di che gioire.

I due fronti - cui se ne aggiunge un terzo: anche Appendino, molto allarmata, sta cercando sponde romane - hanno individuato in Boschi la figura strategica. È chiaro che per Gtt il governo interverrà se possibile, ma sono altrettanto noti i rapporti non proprio idilliaci tra la sottosegretaria e la sindaca di Torino. Boschi è forse l’unico esponente politico con cui Appendino ha avuto uno scontro vero. Anzi due, e sempre per questioni di soldi: i fondi per la Città della Salute e i 61 milioni del rimborsi Ici vantati dal Comune.

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