Il Papa ha domandato al presidente tedesco «quali conseguenze avrà il voto sulla Germania e sul ruolo della Germania nel mondo», nel corso di un colloquio di 55 minuti concesso a Frank-Walter Steinmeier in occasione di una sua visita a Roma, e, come ha riferito lo stesso capo dello Stato tedesco, Francesco si è informato in particolare della questione dei migranti, del tema ambientale e della crescita dei populismi in Europa.

 

«È stato il mio primo incontro con Papa Francesco e sono veramente impressionato dalla sua persona, dalla suo modo aperto di condurre il colloquio, dalle sue posizioni», ha detto Steinmeier in una dichiarazione alla stampa sul terrazzo dell’Hotel residenza Paolo VI successiva all’udienza papale. «Abbiamo parlato naturalmente della situazione in Germania dopo le elezioni: il Papa era molto informato, ha chiesto quali conseguenze avrà il voto sulla Germania e sul ruolo della Germania nel mondo».

«In particolare – ha proseguito l’ex ministro degli Esteri tedesco – abbiamo parlato a lungo della questione dei rifugiati e degli immigrati spazio nel nostro scambio, egli ha comunicato il suo rispetto per il modo in cui la Germania ha percepito la propria responsabilità nella grande crisi migratoria, ha espresso il suo auspicio che la Germania non si allontani da un problema che ci accompagnerà, in particolare la speranza che con l’impegno della Germania la solidarietà europea contribuisca maggiormente allo sviluppo dell’Africa, da dove i rifugiati vengono. In questo contesto ha anche indicato che il cambiamento climatico e la distruzione ambientale hanno un ruolo nella dinamica nel movimento dei rifugiati ed ha espresso la preoccupazione che l’Accordo di Parigi tenga, sottolineando l’importanza che anche gli Stati Uniti ne facciano parte».

Il Papa, ha riferito ancora il presidente tedesco, politico dell’Spd e fedele della Chiesa protestante, ha chiesto anche la sua opinione sul successo dei «nazional-populismi» in Olanda e Francia oltre che in Germania, e il capo dello Stato tedesco, da parte sua, ha sottolineato che i risultati elettorali tedeschi non possono essere commentati troppo semplicisticamente come un divario tra Est, dove l’Alternative fur Deutschland (Afd) ha avuto buoni risultati, rispetto ad Ovest, poiché la situazione è più sfumata.

Steinmeier e Jorge Mario Bergoglio hanno parlato inoltre del «ruolo della Chiesa e delle religioni nei conflitti internazionali». «Da parte mia - ha detto il presidente - ho espresso l’auspicio che le comunità religiose e il Papa stesso mobilitino la propria forza per trovare una soluzione ai tanti conflitti irrisolti. Qui da Roma, dall’Italia si guarda ovviamente particolarmente alla Libia, poiché siamo ancora lontani da una soluzione che renda il paese libero e in pace. Infine – ha concluso Steinmeier – abbiamo parlato delle relazioni evangelico-cattoliche, e ho espresso al Papa la mia personale convinzione che il potenziale dell’ecumenismo non è ancora stato sfruttato a pieno. La mia speranza è che anche con l’aiuto di Roma, del Papa, vengano fatti altri passi verso un maggiore ecumenismo».

 

Un tema affrontato da Steinmeier già ieri sera, nella prima tappa della sua visita romana. Il presidente tedesco, infatti, giunto ieri pomeriggio nella capitale italiana ha preso parte alle 18 ad una commemorazione dei 500 anni della riforma luterana presso la Christuskirche, la chiesa luterana di Roma guidata dal pastore Jens-Martin Kruse, pronunciando un lungo discorso. Dopo aver ricordato tanto la divisione tra Chiesa ortodossa e Chiesa latina quanto la frattura tra cattolicesimo e protestantesimo (in quel frangente, ha sottolineato, sono nate in qualche modo le «fake news» sotto forma della pubblicistica che screditava il nemico), il presidente tedesco ha affermato che «senza la riconciliazione, il grande lavoro dell’unificazione politica europea è impensabile» poiché, oltre a pragmatiche considerazioni economiche e geopolitiche, il progetto europeo può durare a lungo «solo se coinvolge anche i cuori e le anime», elementi «talvolta sottovalutati o trascurati», come appare in modo particolarmente evidente ora che – «dalla Gran Bretagna alla Catalogna, dalla Polonia alla Grecia» – l’Europa dipende anche «dagli umori e dagli atteggiamenti».

Da qui la convinzione del presidente tedesco che si può applicare al campo della politica il concetto di «diversità riconciliata» emerso in ambito ecumenico, poiché alcuni potrebbero temere «una Europa grande, onnipotente, centralistica e uniforme che prende o si sostituisce alle ideneità dei singoli paesi, delle singole regioni o delle singole comunità» e invece una «diversità riconciliata» può «costituire la base per una visione europea comune, forse addirittura fa crescere una identità comune, come alcuni givani già intendono quando dicono: “L’Europa è la mia seconda patria”».

 

Questa mattina dal Papa Steinmeier era accompagnato da un seguito di una quindicina di persone. Ad accoglierlo in Vaticano non c’era il prefetto della Casa pontifica, monsignor Georg Gaenswein, convalescente dopo alcuni controlli medici all’udito presso il policlinico Gemelli, ma il reggente della Prefettura, monsignor Leonardo Sapienza. Bergoglio ha accolto il presidente tedesco salutandolo in tedesco, «Guten Tag Herr President (Buongiorno presidente)», ma il colloquio ha avuto luogo alla presenza di un interprete. Al momento dei saluti conclusivi, Francesco si è intrattenuto in particolare con la moglie del presidente, la cattolica Elke Büdenbender.

Steinmeier ha regalato al Papa un libro di icone dell’olandese Johannis David (1545-1613). A conclusione dell’udienza che ha avuto dapprima con il Papa e poi con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, la Santa Sede ha riferito, in un comunicato, che «durante i cordiali colloqui è stato espresso compiacimento per i buoni rapporti e la proficua collaborazione tra la Santa Sede e la Germania e fra la Chiesa e le Istituzioni del Paese. Apprezzamento è stato manifestato pure per il positivo dialogo interreligioso ed ecumenico, in particolare fra cattolici e protestanti nella ricorrenza del quinto centenario della riforma luterana. Ci si è quindi soffermati su alcune questioni di comune interesse, tra cui la situazione economica e religiosa in Europa e nel mondo, con particolare riferimento al fenomeno delle migrazioni e alla promozione di una cultura di accoglienza e di solidarietà».

In tarda mattinata il presidente tedesco ha visitato la comunità di Sant'Egidio, ricevuto dal fondatore Andrea Riccardi, dal presidente Marco Impagliazzo e da altri membri della Comunità. Prima del rientro a Berlino, nel pomeriggio Steinmeier visita i Musei vaticani e la basilica di San Clemente.

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