C’è un tesoro conservato nell’archivio del municipio di Orta San Giulio e l’amministrazione comunale ha deciso di restaurarlo. Il Fondo dell’Università della Riviera è composto da una ventina di documenti del Quattrocento e del Cinquecento con gli Statuti dati al territorio dal vescovo Arcimboldi nel 1473. Un tesoro fragile, che ha necessità di un intervento di restauro.

L’amministrazione comunale ha incaricato una ditta altamente specializzata, lo Studio Carta di Gussago, che si occupa di conservazione e restauro di opere in carta e pergamena, libri e legature antiche. La spesa prevista è di 1.709 euro. «Si tratta di un grande patrimonio culturale - dice il consigliere comunale Ignazio Galella, archivista di professione - che però ha bisogno di cure perché i documenti antichi sono fragili ed esposti al deterioramento. I testi rappresentano la storia del Cusio, l’identità del lago d’Orta: speriamo un giorno di poterli esporre al pubblico». Il Fondo contiene i decreti e i «privilegi» del vescovo Arcimboldi, noto anche per l’ampliamento del castello di Gozzano, ma anche le «consignationes bonorum» di Pella, Carcegna, Vacciago, Miasino, Lortallo. Le «consignationes», tutte del 1537, sono degli straordinari inventari dei beni e dei fondi dell’epoca e offrono quindi una fotografia della situazione economica e sociale del territorio.

Esperimento istituzionale

La Riviera è uno degli esperimenti istituzionali più interessanti ed originali mai attuati in Italia: dal 1219 al 1817 gran parte del lago d’Orta, a partire da Gozzano, è stata sotto il dominio dei vescovi di Novara, che organizzarono un piccolo Stato autonomo, con proprie leggi, definite dagli Statuti. Quello dell’Arcimboldi, così come quelli dei vescovi Giovanni Battista Visconti, Guglielmo Amidano e Oldrado Oldradi contenevano norme innovative sulla manutenzione delle strade, il controllo delle acque, la gestione della vita sociale ed economica. «Abbiamo la fortuna - osserva Galella - di avere i documenti originali di una storia unica sul territorio nazionale».

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