I cristiani dell’Egitto piangono ancora una volta un proprio martire. Si tratta di un sacerdote copto, padre Samaan Shehata, colpito a morte con un grosso coltello oggi nel quartiere di El-Marg, alla periferia settentrionale del Cairo. Padre Shehata svolgeva il suo ministero a Beni Suef, nell’Alto Egitto; si trovava però in questi giorni nella capitale per una conferenza a cui era stato invitato.

L’aggressione è avvenuta mentre si trovava insieme a un altro sacerdote copto, padre Benjamin Moftah. I due religiosi sono scesi dalla loro autovettura e hanno trovato ad aspettarli un uomo che ha estratto un grosso coltello colpendo padre Shehata alla testa e lasciandolo senza vita a terra sulla strada. Anche il secondo prete copto è stato ferito. L’aggressore è poi fuggito ma sarebbe stato fermato dalle forze di sicurezza egiziane.

Le indagini sono ancora in corso, ma la dinamica fa pensare a un’aggressione di matrice islamista, simile agli attacchi avvenuti ripetutamente negli ultimi mesi nelle grandi città europee. Non va dimenticato che la propaganda legata ai jihadisti in Egitto non ha mai smesso di prendere di mira i cristiani locali.

Con questa morte i copti tornano a piangere una propria vittima al Cairo a dieci mesi dall’attentato alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere di Abbassiya, che l’11 dicembre 2016 lasciò dietro di sé 25 morti tra i fedeli che affollavano la celebrazione domenicale. Nei mesi successivi erano poi arrivate le stragi della domenica delle Palme a Tanta ed Alessandria e quella di maggio contro un convoglio di pellegrini che si stavano recando a un monastero, nella regione desertica di Minya.

In questi ultimi anni in Egitto vi erano già state altre due uccisioni di sacerdoti copti per opera di gruppi jihadisti: nel luglio 2013, proprio nei giorni delle violenze seguite alla deposizione del presidente islamista Mohammed Morsi, fu ucciso a colpi di arma da fuoco ad Al Arish padre Mina Aboud. E sempre in questa città nel Nord del Sinai la stessa sorte era toccato l’anno scorso a padre Raphael Moussa. Quello di oggi sembrerebbe invece il primo omicidio di questo genere compiuto con un attacco all’arma bianca nella capitale egiziana.

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