È stato liberato ieri sera intorno alle 22 don Maurizio Pallù, il sacerdote italiano itinerante del Cammino neocatecumenale rapito venerdì scorso nel sud della Nigeria. Una notizia che tanti attendevano e che giunge proprio nel giorno in cui il missionario compie il suo 63esimo compleanno. A confermarlo a Vatican Insider sono fonti a lui vicine - che in questi giorni hanno seguito da vicino le operazioni che hanno portato alla liberazione - al quale lo stesso Pallù ha telefonato ieri notte per confermare il suo rilascio e le buone condizioni di salute.

«Don Maurizio sta bene - riferiscono - aveva una buona voce anche se era chiaramente provato, non tanto per il trattamento ricevuto ma per la tensione vissuta in questi giorni». Come già ipotizzato il sequestro è stato opera di un gruppo di criminali locali che sono soliti compiere rapimenti a scopo di estorsione (proprio oggi il Telegraph riporta di quattro cittadini britannici rapiti in Nigeria, nello stato meridionale del Delta). I miliziani, tutti musulmani, hanno derubato e portato via il prete mentre si recava insieme ad altre quattro persone in macchina da Calabar a Benin City per una celebrazione con i vescovi nigeriani. Tra i sequestrati non c’era solo il sacerdote come reso noto in un primo momento ma anche altre due persone nigeriane.

Don Maurizio nella telefonata di ieri ha raccontato che all’interno del gruppo ci sono state divergenze su quale dovesse essere la sorte delle vittime. In particolare uno dei rapitori, che si vantava di aver già ucciso quattro persone, li minacciava continuamente di morte. Il capo, invece, con il quale Pallù racconta di aver «stabilito un buon rapporto», ha deciso invece per la loro liberazione. Al momento non ci sono conferme se sia stato pagato un riscatto o meno.

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Negli ultimi giorni le fasi della trattativa, seguita con grande attenzione dall'Unità di crisi della Farnesina, si erano rese più delicate. La risonanza del rapimento sui diversi media rischiava di alzare la posta in gioco e si temeva qualche imboscata da parte dei rapitori, considerando anche che nella stessa zona del paese africano non è il primo caso di rapimento di un sacerdote (lo stesso don Maurizio Pallù aveva già subito un attacco nell'ottobre 2016) e che non sempre tali sequestri terminano con un lieto fine. 

Ieri sera, invece, la notizia del rilascio diffusa poco prima di mezzanotte. Appena libero il prete si è messo in contatto con altri amici in Nigeria e, subito dopo, con i parenti in Toscana in particolare la mamma Laura di 92 anni. Proprio alla madre don Maurizio aveva telefonato la sera di domenica 15 ottobre per annunciarle l’imminente liberazione. Era stata la donna stessa a riferirlo pubblicamente durante una veglia di preghiera dedicata al figlio. Una delle tante celebrate in questi giorni in Italia per l’itinerante, in particolare in Toscana, sua regione di provenienza, ma anche ad Harleem, Londra e Roma dove ha prestato servizio nel corso degli anni.

Attualmente Pallù si trova in Nigeria, nei pressi di Abuja, e nei prossimi mesi proseguirà la sua missione. Questa notte tornerà in Italia per celebrare, domani sera, nella “sua” Firenze una messa di ringraziamento nella parrocchia di San Bartolo in Tuto e abbracciare le persone a lui care e tutti coloro che hanno seguito con partecipazione questo momento difficile. Una vicinanza per la quale il sacerdote si è detto «fortemente commosso», soprattutto dopo aver saputo che anche il Papa aveva assicurato di pregare per lui.

La conferma della notizia della liberazione è stata data anche dal ministro degli Esteri Angelino Alfano.

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