Il Papa ha esortato gli studenti francesi degli Chartreux di Lione, istituto privato cattolico, a «rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui il denaro rinchiude quanti gli rendono un culto» e ad avere la forza di «non obbedire ciecamente alla mano invisibile del mercato», raccomandando loro di «percorrere i sentieri della fraternità» anche se il mondo si aspetta che essi puntino al «successo».

Gli Chartreux, fino alla rivoluzione francese sede dei monaci certosini, sono oggi un istituto scolastico, nonché collegio, dove, dalla materna alle superiori, studiano oltre 3.800 studenti e insegnano 265 professori. L’istituzione è cattolica, legata dunque alla diocesi di Lione guidata dal cardinale Philippe Barbarin, aperta a credenti di altre fedi e a non credenti. Il superiore, il padre Jean-Bernard Plessy, ha peraltro portato al Papa, nel suo saluto introduttivo, il messaggio di Barbarin che, ha detto, «vi manda il suo saluto e prega con noi», e il Papa, all’inizio del suo discorso, ha ricambiato salutando i presenti «senza dimenticare – ha aggiunto – tutti quelli che sono rimasti a Lione, anche il cardinale Barbarin».

«Voi – ha detto il Papa nel suo discorso – siete impegnati in un corso di studi che vi prepara a entrare in grandi scuole commerciali e che, quando sarà il momento, vi permetterà di svolgere una professione nel mondo della finanza internazionale. Sono lieto di sapere che la vostra formazione accademica comprende una forte dimensione umana, filosofica e spirituale, e di questo ringrazio Dio. Infatti – ha proseguito il Papa – è essenziale che, fin da ora e nella vostra vita professionale futura, impariate a rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui il denaro rinchiude quanti gli rendono un culto. Ed è anche importante – ha rimarcato il Pontefice – che possiate acquisire oggi la forza e il coraggio di non obbedire ciecamente alla mano invisibile del mercato. Pertanto, vi incoraggio a trarre vantaggio dal tempo degli studi per formarvi a diventare promotori e difensori di una crescita nell’equità, artigiani di un’amministrazione giusta e adeguata della nostra casa comune, cioè il mondo».

Francesco ha poi continuato sottolineando che a Roma gli studenti francesi degli Chartreux sono immersi «nella storia che ha segnato così fortemente il sorgere delle nazioni europee. Ammirando ciò che il genio degli uomini e le speranze che essi hanno coltivato sono stati capaci di realizzare – ha proseguito – abbiate a cuore, anche voi, di lasciare la vostra impronta nella storia. Infatti, avete la capacità di decidere del vostro futuro! Voglio ripeterlo: avete la capacità di decidere del vostro futuro. Per questo vi esorto a diventare responsabili di questo mondo e della vita di ogni uomo. Non dimenticate mai che ogni ingiustizia contro un povero è una ferita aperta, e sminuisce la vostra stessa dignità. E – ha sottolineato Jorge Mario Bergoglio – anche se questo mondo si aspetta da voi che puntiate al successo, datevi i mezzi e il tempo per percorrere i sentieri della fraternità, per costruire ponti tra gli uomini piuttosto che muri, per aggiungere la vostra pietra all’edificazione di una società più giusta e più umana».

Francesco ha terminato così: «invito quanti di voi sono cristiani a rimanere sempre uniti al Signore Gesù con la preghiera, per imparare ad affidare tutto a Dio, e così non soccombere alla tentazione dello scoraggiamento o della disperazione. Vorrei anche dire, con rispetto e affetto, a quanti non sono cristiani: non dimenticate mai, nello sguardo rivolto sugli altri e su voi stessi, che – ha detto citando Blaise Pascal – “l’uomo sorpassa infinitamente l’uomo”». Dopo avere incoraggiato ragazzi e professori a «lavorare per il bene, per diventare umilmente seme di un nuovo mondo» e a «coltivare la cultura dell’incontro e della condivisione in seno all’unica famiglia umana», il Papa ha benedetto i presenti, concludendo: «Merci beaucoup».

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