Il Bitcoin torna a brillare. La più popolare delle criptovalute, nata nel 2009, ha superato per la prima volta la quota record di 6.000 dollari. Le critiche e i dubbi su questo nuovo strumento non sono pochi, e i tanti «incidenti» di percorso visti fino a ora, hanno ispirato cautela e generato dubbi. C’è da dire però che le criptovalute, nonostante i tanti freni, si stanno mostrando molto resilienti e continuano a superare uno choc dopo l’altro.

Sulla fulminea corsa della nuova moneta elettronica, che si caratterizza per essere del tutto decentralizzata e viene create dai singoli utenti attraverso complicati processi e algoritmi, ha spinto l’euforia generale dei molti utenti (le stime parlano di 20-30 milioni in tutto il mondo). Intanto sulla piattaforma coinmarketplace, oggi il Bitcoin guadagna quasi l’8%. Nelle ultime due settimane, dopo un repentino forte crollo sotto quota 4.000, le quotazioni sono salite di 1.500 dollari, un terzo del valore complessivo. Chi aveva «investito» in Bitcoin a inizio anno, oggi si trova con il proprio portafoglio cresciuto di otto volte.

I critici puntano il dito, oltre che sui rischi di forti sbalzi sui prezzi, anche sulle tante ombre legate all’anonimità delle criptovalute che vengono, molte volte, associate a traffici illegali in rete. In passato poi hanno fatto scalpore i furti di monete elettroniche.

Inoltre, di recente le autorità centrali sono intervenute sul tema. La Bce, per esempio, ha messo nel mirino il Bitcoin: per bocca di Ewald Nowotny, membro del consiglio direttivo, ha fatto sapere che sta discutendo la possibilità di introdurre restrizioni legali concrete in quanto l’aumento dell’interesse rivolto alle valute digitali come il Bitcoin è giudicato come «pericoloso e profondamente dubbio».

Passi più concreti, ultimamente, sono arrivati invece da Cina e Corea del Sud, due delle piazze con più scambi su questo tipo di strumento. I due Paesi asiatici hanno bloccando l’attività di numerosi exchange e ristretto le Ico, il lanci di nuove valute sul mercato.

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