«Nessuno è intoccabile» e «la difesa a oltranza di Ignazio Visco non sta nei miei desideri segreti». Matteo Renzi torna a dirlo chiaro e tondo, «a viso aperto». Non ha intenzione di siglare nessuna tregua su Bankitalia. Certo, non metterà in discussione la scelta del nuovo governatore che verrà fatta dal premier Paolo Gentiloni in asse con il capo dello Stato Sergio Mattarella: «Se dovesse confermare Visco - assicura - nessun problema». Ma non contribuirà a rendere meno spinosa la scelta, che Gentiloni farà probabilmente in Consiglio dei ministri venerdì 27. «Non voglio fare il rottamatore - scandisce il leader Pd - ma non posso difendere i presunti salotti buoni e l’attuale assetto di potere. Non tradirò mai me stesso per essere apprezzato dal sistema e tornare a Palazzo Chigi».

In queste ore Gentiloni mantiene - e chiede ai suoi - il massimo riserbo in vista di una scelta fondamentale per preservare «l’autonomia» della Banca d’Italia. «Ma come può confermare Visco dopo che gran parte del Parlamento, da M5s a Salvini, lo ha criticato?», domandano a taccuini chiusi i renziani, che reputerebbero un successo anche un avvicendamento con un dirigente interno a via Nazionale. Renzi, in un colloquio con Avvenire, dichiara di non voler interferire con Gentiloni: «Non ha bisogno dei miei consigli». Ma la mozione su Bankitalia dilaniare ancora i Dem: «Mettere in discussione l’istituzione rischia di essere dannoso per i cittadini», attacca Andrea Orlando. Ora la speranza diffusa in ambienti Pd è che Visco decida - ma ad ora non sembra esserne intenzionato - di fare un passo indietro. Se venisse riconfermato infatti, ragiona un dirigente Dem, la tensione di questi giorni potrebbe sfociare in un duro scontro in commissione d’inchiesta sulle banche tra la rappresentanza renziana e lo stesso governatore Visco.

Secondo Luigi Di Maio è tutto un bluff: Renzi «ora fa il grillino» ma Visco resterà, scommette il candidato premier M5s. Ma il capogruppo Matteo Orfini parte già all’attacco in commissione d’inchiesta, chiedendo di desecretare i documenti di Bankitalia di cui Visco ha fornito un elenco. Ha mandato su tutte le furie i renziani leggere sui giornali anticipazioni su quei documenti, anche sul capitolo Banca Etruria. Più in generale Renzi lamenta gli attacchi subiti dalla mozione Pd («Quando Gentiloni me l’ha chiesto ho cambiato il testo, ma non l’avevo neanche letto», assicura) perché non affrontano «nel merito la discussione se il sistema della vigilanza sia stato efficace. Qualcuno proponeva che banca Etruria fosse comprata da Vicenza. Ce lo ricordiamo o siamo su Marte?», dice nel corso della festa del Foglio a Firenze, in una delle tante stoccate.

Insomma, il leader Dem non toglie l’elmetto. Ribadisce che la mozione, dichiarata ammissibile dalla Boldrini, aveva «precedenti nel 2005» (un riferimento che aveva fatto irritare Prodi) e aggiunge che non è «lesa maestà» attaccare Bankitalia. Non smetterebbe, sibila, neanche se servisse per compiacere «il sistema» e tornare a guidare il governo. Parole che fanno presagire nuove burrasche, complice anche l’intreccio con la legge elettorale, nella settimana della nomina del governatore. Infine, l’ottimismo sulle prossime elezioni: «Prenderemo il 40 per cento e, con il Rosatellum, governeremo da soli. Io sono ottimista».

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