Con i gioielli ha chiuso con i gioielli riapre. Villa Scalcabarozzi dopo due anni di «limbo» dovuto a un contenzioso su proprietà e utilizzo, torna oggi protagonista come location di «Made in Piemonte Jewellery 2017». Non una fiera del gioiello come quelle che pur si tennero in questa villa dal 2013 e neanche un’esposizione-vetrina dell’artigianato locale come «Valenza e l’arte del gioiello» che nell’agosto 2015 ne concluse l’attività. Sono invece di incontri B2B, insomma faccia a faccia, tra una ventina di aziende e una decina di compratori internazionali, provenienti da Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Ungheria, Moldavia, Russia, Egitto, Libano, Emirati Arabi e Sudafrica (anche se quest’ultimo avrebbe dato forfait).

Quindi stamane, dalle 10, illustrazione del progetto integrato di filiera «Made in - Abbigliamento, alta gamma e design», quindi la parola a promotori e finanziatori (Ceipiemonte per la Regione, la Camera di commercio, il Comune, Confindustria) e agli stessi «buyers», che nel pomeriggio e anche domani incontreranno privatamente le ditte valenzane che si sono iscritte. Iniziative simili, con la regia della Camera di commercio, si erano tenute negli anni scorsi ad Alessandria, ma stavolta c’era in ballo una parte dei fondi Por Fesr 2014-2020 da utilizzare assolutamente entro quest’anno.

È comunque il segno della fine di un’epoca: invece della Mostra del Gioiello un pallido surrogato e poi Villa Scalcabarozzi, un tempo prestigiosa sede dell’Associazione orafa, che rischia di passare di mano. Infatti in questi due anni il suo utilizzo è stato bloccato dalle trattative fra Ream, la società immobiliare delle Fondazioni bancarie piemontesi, e la Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria, che deteneva l’uso dell’immobile in cambio di un canone d’affitto. Alla fine la Fondazione CrAl ha preferito restituire l’intera competenza sulla villa alla società proprietaria, la Ream appunto, la quale ha l’intenzione di cedere l’immobile, sempre che riesca a trovare un acquirente.

A chi finirà Villa Scalcabarozzi, simbolo dell’oreficeria valenzana? Difficile dirlo. Si tratta per prima cosa di capire che cosa se ne può fare. Un ruolo non secondario ce l’ha il Comune con le prescrizioni urbanistiche: era stata anche indicata come possibile sede dell’agognato Museo del gioiello, che continua a restare un miraggio e di cui proprio quella mostra del 2015 aveva mostrato le potenzialità.

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