Parte dalle chiese del quartiere di Santa Rita un bell’esempio di integrazione, cultura e religione.

Uno degli artefici è padre Gheorghe Andronic, per i fedeli cattolici del quartiere padre Giorgio. Il sacerdote è a capo dalla comunità cristiano ortodossa alla quale tre anni fa i padri agostiniani, proprietari dell’immobile, hanno affidato la chiesa di Santa Rita. All’inizio c’era diffidenza nei confronti della comunità ortodossa. Ma padre Gheorghe ha subito aperto la chiesa a tutti, e le icone hanno sostituito solo in parte le immagini sacre che c’erano prima. Ha mantenuto la cappella di Santa Rita per i fedeli cattolici, che hanno continuato a frequentare la chiesa. Pian piano i cattolici hanno rotto la diffidenza e si sono avvicinati a padre Gheorghe, ora considerato un po’ la loro guida spirituale, non importa se di fede ortodossa e se continuano a frequentare la vicina parrocchia di San Paolo. Il sacerdote, vicino alle icone ha esposto preghiere in rumeno e in italiano e nella messa ha introdotto alcune preghiere nella nostra lingua.

La vicina chiesa di San Paolo, in via Giusti e guidata da don Germano Grazzini, è invece quella di riferimento per la comunità degli indiani del Kerala di fede cattolica. Ogni anno a inizio settembre questa comunità celebra i riti mariani portando in processione un’immagine della Madonna, partendo dalla chiesa di San Paolo fino a piazza della Consolazione. Nella processione, i fedeli indiani con i loro abiti colorati, musiche e canti nella lingua d’origine animano le vie del quartiere, mentre il campetto di calcio della parrocchia, ospita spesso partite di calcio dei migranti.

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