Due giornate per mettere al centro il ruolo che la società civile - in particolare le organizzazioni umanitarie - riveste nel diritto internazionale e specificamente in quello umanitario. Questo l’obbiettivo della terza Conferenza di diritto internazionale umanitario che ha preso il via questa mattina nell’Aula Magna della Scuola Ufficiali carabinieri, a Roma.

La ministra della Difesa Roberta Pinotti ha spiegato che «oggi la guerra è cambiata. La gente, intesa non soltanto nella dimensione fisica ma anche culturale, costituisce al tempo stesso l’obiettivo del conflitto e l’arena all’interno della quale esso si svolge. Per questo parliamo di ’guerra fra la gente’. Motivo per il quale mai come oggi la popolazione ha bisogno di tutela durante i conflitti armati. Infatti oggi durante i conflitti portano spesso a violenze sessuali generalizzate che oggi non sono più marginali, ma nell’ambito del conflitto sono considerate strategiche, perchè sono funzionali nell’approfondire quelle fratture interne alle società, di natura politica, confessionale, etnica, che alimentano i conflitti contemporanei», ha concluso la Pinotti.

Per il ministro degli Esteri Alfano «noi italiani abbiamo sempre dimostrato di essere dei campioni dei diritti umani con un approccio che è unico e che ci viene riconosciuto a livello internazionale. L’impegno umanitario e l’attenzione per i diritti umani sono tra i pilastri del nostro Paese che per tradizione istituzionale e per operatività sul campo si contraddistingue per il ricorso alle organizzazioni non governative, affiancate dalle forze armate, dai nostri diplomatici e questo lavoro che svolgiamo ci torna poi indietro anche a livello politico, perché nei luoghi dove portiamo aiuto troviamo stima». Su un tema sempre caldo come quello del terrorismo il ministro Alfano ha spiegato che l’Italia «sta lavorando molto per rafforzare la cooperazione tra le agenzie di intelligence nel Mediterraneo, per migliorare tutto quel sistema di relazioni che poi consente lo scambio di informazioni con gli altri Paesi. L’attenzione resta comunque altissima”, ha concluso il ministro degli Esteri che ha ricevuto poi i complimenti del Commissario Europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Stylianidìs (alla Conferenza nella veste di relatore) che ha rivolto al ministro Alfano parole di apprezzamento per il ruolo positivo svolto dall’Italia sui temi migratori e in Libia, affermando che «l’Italia sta usando tutti gli strumenti a sua disposizione con un approccio corretto ed efficace». Ai complimenti il titolare della Farnesina ha risposto che «la situazione in Libia offre opportunità di sviluppo, ma permane difficile» e che al riguardo «è necessaria l’assistenza e la solidarietà della Ue per vincere le sfide più importanti nel Paese: il rispetto dei diritti umani nei campi per i rifugiati e il sostegno ai progetti di sviluppo economico».

Il Comandante Generale dell’Arma Del Sette parlando di terrorismo internazionale ha spiegato che «il disfacimento di Daesh dal punto di vista militare in quei territori che a suo tempo aveva occupato può sicuramente comportare l’allontanamento dei suoi combattenti, compresi quelli che sono già passati dall’Italia, cioè i nostri foreign fighters, o altri che potrebbero essere attratti dal nostro Paese, magari non per compiere atti terroristici ma per poter vivere, per riprendere una vita di altro tipo». Ha aggiunto Del Sette: «Dobbiamo quindi certamente controllare attentamente questo, vigilare, affinchè di ogni eventuale ingresso noi siamo a conoscenza. Aggiungo tuttavia che allo stato attuale, sulla base della nostra conoscenza, sotto questo profilo possiamo comunque essere abbastanza tranquilli. Fermo restando che, come tutti sappiamo, possono esserci degli attentati terroristici in maniera casuale, improvvisa, senza alcun tipo di organizzazione. In questo senso - ha concluso il comandante dei carabinieri - siamo tutti esposti, nonostante l’enorme lavoro che stiamo facendo».

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