«Sono diventato famoso ma non mi sono affatto arricchito. Però faccio il mio lavoro con grande passione». Dalla val Lemme alla Cina e anche in Europa e in America. Come? Fabbricando pipe artigianali.

Marco Bacigalupi le crea nel suo fienile adattato a laboratorio in Val Rossara, vicino a Gavi. Oggi le sue pipe sono diventate un cult per ogni collezionista. È il lavoro che quotidianamente, di buonora lo chiama, per rifinire o lucidare l’ultimo esemplare. E lui, chino sotto la folta capigliatura che lo fa somigliare ad Angelo Branduardi, si ingegna a plasmare sulla radica i suoi stessi progetti,  unici e irripetibili esemplari, pensati, studiati e disegnati giorni prima. Arte e artigianato si fondono in Bacigalupi, noto a Novi e sul territorio per aver avuto l’idea di creare anni fa il Parco avventura al Castello che, sotto la sua direzione, ha vissuto felici stagioni.

La passione per la pipa lo ha allontanato dalle piattaforme sugli alberi, ma non dalla natura. Dalla finestra del suo laboratorio, uno sguardo al paesaggio della val Lemme e uno sull’ultima pipa inventata che leviga con sapiente maestria, per controllarne eventuali difetti da smussare tra smerigliatrici, scalpelli, bocchini di ebanite, spazzole e soprattutto tanti «ciocchi» di radica toscana sceltissima.

C’è qualcosa di mistico, di spirituale, in questa manualità che pare ereditata da antichi ebanisti. «La produzione? Non più di 150 pipe all’anno – spiega Bacigalupi –. Mi piacciono forme piacevoli da fumare, da reggere in mano e da guardare. Ma non sono nato artigiano della pipa, pur avendo cominciato a fumarle all’età di 20 anni, quando mio padre me ne regalò una. Da allora non ho più smesso anche se i primi tentativi di fumare risalgono a quando di anni ne avevo solo 13. Però ho sempre avuto l’hobby del legno. A metà degli anni ’70 l’incontro con un tabaccaio che sapeva fornire ottimi consigli e mi permise di ottenere soddisfazione dal fumo della pipa e di apprezzare le pipe artigianali. Negli anni ’80 i primi esperimenti da autodidatta, poiché i “pipemaker” di Genova, la mia città, erano gelosi della loro arte. Nel 1989 a Genova vinsi una coppa al campionato per pipemaker che si svolgeva parallelamente al trofeo internazionale di lento fumo».

Solo nel 2007 Bacigalupi scelse il «buen retiro» nel piccolo borgo di Val Rossara in mezzo al verde. Dal 2012 cominciò a fare sul serio, seguendo i consigli di eccelsi costruttori come Bruto Sordini e Tonino Jacono, producendo pipe di altissimo pregio, degne di far concorrenza a conclamati marchi. A Bacigalupi si deve un’invenzione tutta italiana: «Ultimamente – conclude -  un’intuizione sperimentata mi ha portato a forare il cannello più in basso, cosicché il foro risulta al centro del fornello ed è più facile fumare il tabacco fino in fondo».

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