È tornata la paura terrorismo anche in Tunisia. Due agenti di pattuglia davanti all’ingresso del Parlamento sono stati aggrediti a colpi di coltello da un estremista islamico di 25 anni: i due sono rimasti feriti, uno in modo grave. La notizia ha subito riportato alla mente la mattina del 18 marzo 2015 quando, poco distante, due attentatori kamikaze dell’Isis fecero 22 vittime tra i turisti del museo del Bardo.

L’attentatore di oggi è riuscito solamente a ferire i due agenti prima di essere fermato e arrestato dalla polizia, e rapidamente identificato. Le forze dell’ordine hanno quindi compiuto una perquisizione in casa sua. Secondo i media locali, l’attentatore è Zied Gharbi, nome di battaglia “Zied Abou Zied”, residente a Citè Ettadhamon, quartiere popolare della capitale, a carico del quale non risulterebbero precedenti penali. Citè Ettadhamon è piuttosto nota per avere un’alta concentrazione di salafiti o estremisti islamici, in passato aderenti all’organizzazione terroristica Ansar Al Sharia. La perquisizione, avvenuta tra l’ostilità dei vicini che hanno lanciato pietre contro gli agenti, avrebbe consentito di trovare sul suo pc, oltre a una lista di politici, anche un elenco con orari di entrate e uscita dei deputati tunisini e del personale amministrativo del parlamento. Secondo fonti di polizia, la sorella sarebbe proprio un’impiegata del parlamento.

La Tunisia è il paese che ha fornito il più grande numero di foreign fighter alle varie organizzazioni terroristiche (si parla di 7000 combattenti tunisini partiti negli anni scorsi nelle zone di combattimento). Le autorità ne sono consapevoli, ogni giorno le forze antiterrorismo procedono ad arrestare persone sospettate di appartenere a gruppi terroristici, così come sono consapevoli del pericolo che possono rappresentare i foreign fighter di ritorno.

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