«Visto che tutti parlano di Salvini o Berlusconi, oggi sono qui a dire che sarò ufficialmente il candidato premier di CasaPound alle elezioni nazionali»: in una Nervi “blindata”, con 150 fra poliziotti e carabinieri a vigilare sul convegno della formazione di ultradestra, cui hanno partecipato circa 400 persone, Simone Di Stefano ha lanciato la sua candidatura a premier. Nell’intervento, il vicepresidente del partito ha aggiunto che «oggi siamo qui con i nostri consiglieri comunali eletti un po’ in tutta Italia a presentare la candidatura alla presidenza del Consiglio», anche se «è ovvio che il premier sarà incaricato dal presidente della Repubblica».

Rispetto alla scelta di Genova, Di Stefano ha precisato che «CasaPound è dappertutto e dappertutto parla, perché è nel pieno diritto di parlare in tutte le città, compresa Genova. Che Genova sia una città “rossa” è dato dal fatto che esiste una tradizione popolare molto forte cui noi parliamo, perché CasaPound parla in quegli spazi sociali che erano ritenuti appannaggio esclusivo della sinistra. È giustissimo essere a Genova perché è una città di lavoratori e di portuali».

Dopo il convegno, cui era presente anche Gianni Plinio, vicecoordinatore di Fratelli d’Italia a Genova, il vicepresidente di CasaPound ha confermato che sarà inaugurata la sede in via Montevideo, dove però è stato fatto capire che «i giornalisti non sono graditi»; intanto, all’altezza di piazza Alimonda un gruppo di antifascisti ha organizzato un volantinaggio e attaccato adesivi contro l’ultradestra.

La contestazione dei residenti

A causa del convegno, in corso dalle 17 all’hotel Astor e cui hanno partecipato esponenti politici in arrivo da diverse regioni, tra cui il leader nazionale, Gianluca Iannone, e vari rappresentanti del partito nelle istituzioni, compreso il consigliere del X Municipio di Roma, Luca Marsella, dove CasaPound ha preso il 9%, il centro di Nervi era praticamente off limits, una situazione che ha provocato una levata di scudi tra i commercianti, con molti che hanno deciso di tenere i negozi chiusi per paura di scontri o disordini.

La “protesta della lasagna”

Fra i negozianti del quartiere contrari alla presenza di CasaPound, anche Lorenzo Paolicelli, titolare di “Lasagne d’autore” in via Sala, che non solo si è rifiutato di fornire 30 porzioni di lasagne ai partecipanti al convegno, ma ha anche organizzato un’originale “promozione” per la giornata di oggi, come si può leggere sulla sua pagina su Facebook : «Io sono anarchico, non do da mangiare ai fascisti». Critica anche un’altra commerciante, titolare di un negozio di fiori: «Non si può bloccare un quartiere a causa di persone antidemocratiche. Ho chiuso per ragioni di sicurezza, sono indignata come cittadina. Nervi “blindata” ed ennesima ferita per Genova e la sua storia».

Gli antifascisti in piazza

Intorno alle 17, inoltre, rappresentanti del movimento antifascista sono scesi in strada in piazza Pittaluga, insieme con una cinquantina di residenti di Nervi, per protestare pacificamente contro il raduno di CasaPound.

La “sorpresa” dell’hotel

Nel mirino è finito (anche) il direttore dell’hotel Astor, Ferdinando Maggi, che ha deciso di ospitare il convegno dell’estrema destra: «Gli organizzatori hanno utilizzato modalità poco trasparenti mi hanno prenotato la sala annunciando la presentazione di un libro. In realtà era un incontro pubblico politico. Non lo sapevo e mi dispiace per gli eventuali disagi. Desideriamo prendere le distanze da questa iniziativa e dalle ideologie di queste persone». Fino all’ultimo ieri pomeriggio si è lavorato per cercare di spostare in un’altra sede la presentazione. Una circostanza, però, che non ha trovato il favore della questura: «C’era il rischio - spiegano da via Diaz - che l’appuntamento si svolgesse comunque in un altro luogo magari pubblico. Per motivi di opportunità è meglio che si svolga all’interno dell’hotel».

Il presidente del Municipio, Francesco Carleo, aveva auspicato che non ci fossero scontri e tensioni in piazza: «Tutti hanno il diritto di manifestare le proprie idee ancora di più se sono partiti politici che hanno preso parte alle elezioni - ha spiegato il presidente (iscritto a Fratelli d’Italia) - non ci vedo nulla di male anche se non parteciperò all’evento. Mi spiace solo che Nervi possa subire dei disagi per la protesta di chi non permette che venga rispettato quello che è un diritto della Costituzione. CasaPound estremista? Tra gli estremisti ci sono i centri sociali e tanti altri della sinistra radicale».

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