“L’Azione cattolica, una storia che continua” è il titolo del documentario di Antonia Pillosio, prodotto da Rai Storia, dedicato ai 150 anni dell’associazione ecclesiale che affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II. Il documentario sarà presentato in anteprima nazionale venerdì 17 novembre, alle 20.30, presso il Cinema Adriano di Roma, in piazza Cavour.

In esso sono presenti alcune interviste e testimonianze inedite. Ad esempio quella del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che afferma: «Il Papa riconosce che l’Azione cattolica ha preso come programma della sua vita e della sua attività le indicazioni che lui ha dato nell’Evangelii gaudium e credo che queste indicazioni, come è ben noto, si riassumano fondamentalmente nel binomio discepoli e missionari».

«In questi 150 anni di vita - spiega il presidente Matteo Truffelli - l’Azione cattolica ha sempre cambiato se stessa, ha sempre cambiato strutture, regole, ha cambiato priorità, ha cambiato molte cose del proprio essere, ma le ha sempre cambiate per rimanere fedele a ciò che era originariamente, un insieme di laici che vogliono condividere la responsabilità di portare la missione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo». 

Maria Dutto, presidente dell’Azione cattolica di Milano tra 1976 e 1983, offre invece spunti sulla Gioventù femminile e la figura di Armida Barelli negli anni del dopoguerra: «Nel programma della Gioventù femminile c’era lo studio, c’era – dichiara – la preparazione a stare nel mondo, c’era la possibilità di fare scelte che non fossero solo matrimoniali, e magari imposte. Era un impegno, lo scrive la Barelli, per imparare a leggere, imparare a scrivere, per leggere i giornali e gli strumenti. Era una promozione delle donne». 

Tra le testimonianze, quella di don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”: «Io devo dire che ne ho fatto il percorso, ho fatto l’aspirante, il delegato aspiranti. Ricordo i momenti di formazione a Mompellato per la diocesi di Torino, e mi ha formato, soprattutto mi ha consegnato l’importanza della relazione, della capacità di ascolto, dell’assunzione della responsabilità, di essere testimoni non nelle parole ma nei fatti», racconta. 

Il racconto parte dai primi passi di vita dell’associazione che risalgono al 1867, quando due giovani credenti laici, Mario Fani, che aveva creato il Circolo di Santa Rosa a Viterbo, e Giovanni Acquaderni, attivo nella città di Bologna, «sentono la responsabilità – spiega una nota dell’associazione – di farsi carico del difficile contesto storico che stava attraversando la Chiesa in quegli anni e fondano insieme la Società della gioventù cattolica, prima cellula dell’Ac di oggi». Nel documentario sono presenti anche fotografie e pellicole provenienti dall’Archivio dell’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI” e da materiali delle Teche Rai.

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