Amoris laetitia: rilettura teologica e questioni critiche”: questo il titolo della giornata di studio organizzata ieri dalla Pontificia Università Gregoriana, durante la quale sono stati citati i dubbi di quattro cardinali in merito all’esortazione apostolica sulla famiglia di Papa Francesco («dubia», in latino), in particolare al capitolo VIII, e si sono approfonditi, tra l’altro, i temi della coscienza, della pastorale e del discernimento.

Nella prima relazione, a cui è seguito un dibattito moderato dal gesuita argentino Miguel Yanez, direttore del dipartimento di Teologia morale, Maurizio Chiodi, della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, si è interrogato sul rapporto di «coscienza e discernimento» con la «norma». Il teologo è partito dalla obiezione formulata dalla famosa lettera dei quattro cardinali (Brandmueller, Burke, Caffarra, Meisner), sottolineando che i loro cinque «dubia» meritano un serio dibattito teologico e una discussione critica. Concentrandosi, in particolare, sul nesso tra l’oggettivo e il soggettivo, Chiodi ha sottolineato che il soggetto morale non è un’identità già costituita a monte del suo agire e delle sue relazioni, bensì è la storia di una libertà sollecitata da una promessa che la precede. Nessun atto può quindi essere interpretato isolatamente, prescindendo dal riferimento al “dramma” della coscienza e al di fuori della cultura di chi agisce. Da qui la possibilità di reinterpretare il rapporto tra norma e coscienza in termini non concorrenziali, senza per questo cadere nel soggettivismo o nell’individualismo.

Per il docente dell’ateneo milanese, il discernimento, dunque, non è un compromesso al ribasso, ma «un’eccellenza, che sta “nel mezzo” tra la via deduttiva, nella quale la norma viene applicata al caso concreto, e la via inventiva, nella quale la coscienza pretende di creare o porre lei stessa il bene, cioè tra una verità senza coscienza e una coscienza senza verità». Il discernimento, per Chiodi, è insomma «l’arte di saper prendere decisioni buone ed eque, non solo nelle circostanze ordinarie della vita ma soprattutto nelle situazioni di conflitto e incertezza».

La sessione pomeridiana, moderata dal teologo Paolo Benanti della Gregoriana, è stata aperta da una seconda relazione di Giuseppe Bonfrate, della Pontificia Università Gregoriana, che si è concentrato sui «problemi pastorali» connessi al sacramento del matrimonio. Dal discernimento, ha detto, deriva per il matrimonio sacramentale quello che apparve chiaro in tutto l’ordine sacramentale, fin dal Concilio di Trento, che creaturalità è condizione «fragile», in movimento. Il Concilio di Trento, infatti, assegna valore sacramentale al matrimonio riconoscendone la realtà pienamente umana e naturale. «Il valore sacramentale non si giustappone e sovrappone agli altri valori umani e naturali propri del matrimonio, ma s’inserisce in questi, li riconosce e li inserisce nel dinamismo di santificazione». I tre verbi citati da Papa Francesco nell’Amoris laetitia - accompagnare, discernere, integrare - sono necessari a comprendere il sacramento in questa tensione dinamica. Bonfrate ha fatto poi riferimento alla relazione che si stabilisce tra il sacramento del matrimonio e la teologia dell’alleanza, sottolineando che «nell’amore umano, esposto al pericolo, costitutivamente fragile, l’amore di Dio si afferma capace di reintegrare quanto perduto, di sostenere e accompagnare quanto debole, di ispirare l’indicazione del bene più grande da custodire».

La giornata di studio si pone idealmente come riflessione teologica all’interno del cammino iniziato con i due Sinodi sulla famiglia (2014-2015) e sfociato nella esortazione apostolica Amoris laetitia. Il documento di Papa Francesco, si legge nella presentazione dell’evento, si propone infatti l’obiettivo esplicito di attivare ulteriori processi, pratici e teorici, a tutti i livelli, ed è perciò compito della riflessione teologica individuare, riprendere e approfondire, in modo rigoroso e critico, le questioni, le indicazioni e i nodi teorici riguardanti il sacramento del matrimonio, l’amore coniugale e le relazioni familiari, in modo da raccogliere le sfide pastorali e propiziare la qualità testimoniale della fede cristiana nelle società e nelle culture contemporanee. Da qui l’iniziativa proposta dalla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e dalla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Il prossimo 4 dicembre, inoltre, sempre alla Gregoriana sarà presentato un volume dedicato alla esortazione post-sinodale di Papa Francesco, dal titolo Amoris laetitia. La sapienza dell'amore, a cura di Giuseppe Bonfrate e Miguel Yanez, frutto delle ricerche individuali e della riflessione comune dei docenti del Diploma di pastorale familiare dell'Ateneo.

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