Le vittime di “bullismo” e “cyberbullismo”, moderno flagello che scuote famiglie, scuole e intere comunità, rivendicando alcune vite, si riuniranno per la prima volta in Vaticano per un grande incontro che vedrà la partecipazione di “youtubers”, rappresentanti dei Social network, della Interpol e di altri enti di sicurezza, insieme a intellettuali e universitari. Si lavora per realizzarlo nel primo semestre del 2018, precisamente tra maggio e giugno. Il Papa ha già assicurato la sua presenza per l’inaugurazione.

L’iniziativa è stata annunciata oggi dal presidente di “Scholas Occurrentes”, la fondazione pontificia dedicata allo sviluppo giovanile attraverso lo sport, l’arte e l’educazione. Durante la presentazione della 25esima edizione del Concerto di Natale che si terrà il 16 dicembre in Vaticano, il presidente José María del Corral ha riferito a Vatican Insider alcuni dettagli. Il bullismo, in società e o sul web, «è un tema che preoccupa il Papa, che ha ascoltato diverse testimonianze dei giovani. Ad esempio quella di una ragazza messicana che vive negli Stati Uniti e che, insieme, al fratello ha subito atti brutali di bullismo», spiega. «L’incontro internazionale vuole, dunque, che le organizzazioni, le nuove tecnologie e le stesse vittime si uniscano per un obiettivo comune: non solo dar voce ai giovani, ma fare in modo che questa voce sia la spinta a realizzare politiche pubbliche».

Già alcuni mesi fa Scholas aveva organizzato in Argentina un congresso sul bullismo con Enacom, l’Ente nazionale delle comunicazioni. Ma il tema desta preoccupazione anche in altri paesi dove opera la fondazione, come l’Italia, la Spagna e Israele. Pertanto, è stato firmato un accordo con l’International Telecommunication Union (ITU). «Da lì – spiega del Corral – è nata l’idea, vista anche l’estensione e la gravità di tale fenomeno, di organizzare un incontro a livello mondiale che riunisca tutti i giovani e le istituzioni educative per affrontarlo in maniera sistematica».

Per farlo sono state coinvolte una serie di università internazionali già legate alla rete delle cattedre Scholas, patrocinate dalla Congregazione vaticana per l’Educazione cattolica. L’obiettivo è che ogni centro educativo dia impulso almeno a due progetti contro il bullismo scolare e digitale del proprio paese. In particolare si vorrebbe creare un osservatorio internazionale contro il bullismo, e combattere anche la scarsa o negativa informazione in materia. Per l’Italia si è interessata al progetto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli; per l’Argentina, l’ex ministro dell’Educazione, Esteban Bullrich.

«I ragazzi dimostrano tante volte di non avere risposta. Spiegano che non sanno dove canalizzare i pensieri e le emozioni che provano», afferma José María del Corral. «Quando qualcuno di loro ha subito tutto questo in una scuola e ne parla con il preside, se quest’ultimo non è adeguatamente formato affronta il problema come se fosse una dinamica avvenuta in classe. Ciò provoca contro il povero ragazzo che denuncia una reazione da parte di anonimi che non hanno controllo e che stanno 24 ore al giorno al telefono. Quindi, il ragazzo ha più paura, non lo segnalerà più e si innesca un circolo vizioso che rafforza le stesse molestie. Tutto ciò genera nuove situazioni che devono essere affrontate».

I commenti dei lettori