«Tutta mia la città» cantava un po’ di anni fa l’Equipe 84 e questo potrebbe essere il motto per chi in questi mesi a cavallo tra il 2017 e il 2018 cerca una vacanza all’insegna della cultura, del relax o della gastronomia. E siccome Tutta mia la città era in realtà la cover di una canzone inglese (Blackberry Way dei Move) iniziamo il viaggio a Londra, per uno sguardo alla scena musicale odierna e soprattutto alle grandi mostre della capitale britannica: Jasper Johns alla Royal Academy, la grande rassegna «in bianco e nero» (Monocromo) alla National Gallery, Modigliani alla Tate Britain. Poco prima dell’ingresso della Royal Academy su Piccadilly c’è Minamoto Kitchoan una minuscola pasticceria giapponese dove si comprano squisiti dolcetti di frutta o di farina di castagne. Se volete qualcosa di più sostanzioso, vi piace mangiare «alla barra» ossia al banco senza fare un mutuo, sempre in zona due nomi da segnarsi sono il Barrafina, con tapas gourmet o il Barbary, con piatti del Mediterraneo, dal Libano al Marocco.

Lione e Bilbao

Un altro luogo dove vale la pena di esserci in questo periodo è Lione, la terza città della Francia. Qui dal 7 al 10 dicembre si svolge la Fete des Lumières, ossia la festa delle luci, che vede la Cattedrale di Saint-Jean, la Place Bellecour e la Place des Terraux accendersi di sorprendenti installazioni luminose: la notte del 9 tutta la città vive un’atmosfera magica con i mille lumini alle finestre. Già che siete a Lione non mancate di mangiare le andouillette (salsicce di trippa) o le quenelle («gnocconi» di luccioperca) in qualcuno dei tanti bouchon, ossia trattorie tipiche. Fate anche un salto a Les Halles Bocuse non solo per farvi incantare dal mercato, ma anche per assaggiare squisite coscette di rana con aglio e prezzemolo.

E se è la gola il motore del vostro viaggio in Spagna la città che fa per voi è Bilbao, la capitale dei Paesi Baschi, regione dove c’è la maggior concentrazione di ristoranti stellati al mondo. Per le vie di Bilbao potete anche gustare i pintxos, quelle che nel resto della Spagna si chiamano tapas, innaffiandoli con il Txakoli, il beverino vino bianco locale. Naturalmente a Bilbao è d’obbligo un salto al Guggenheim Museum dove fino a gennaio c’è una mostra della designer Anni Albers.

Se è l’interesse per i grandi musei a spingervi lontano da casa allora dovete assolutamente prenotare un biglietto per Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti, che vi colpirà per i grattacieli, le grandi strade e l’immensa e bianca moschea. Non cercate un centro storico perché non c’è, la metropoli in riva al mare è spuntata come un fungo dal deserto negli ultimi vent’anni. Da pochi giorni qui ha aperto il Louvre Abu Dhabi, una perla sull’acqua disegnata da Jean Nouvel con capolavori prestati dai musei francesi che vanno da Leonardo da Vinci (il Ritratto di Dama) a Manet (il celebre Pifferaio dal Museo d’Orsay), dall’arte araba a quella cinese, per illustrare l’evoluzione della civiltà umana dalla preistoria ai giorni nostri. E mettete in conto, se vi piace l’arte contemporanea, anche una puntata a Cape Town, la metropoli sudafricana dove a settembre ha aperto quello che qualcuno con un po’ di enfasi ha definito l’ottava meraviglia del mondo, ossia l’avveniristico Zeitz Mocaa (Museum of Contemporary Art Africa).

La dolce Lisbona

Ha poco più di un anno invece il Maat, il museo di arte, architettura tecnologia di Lisbona, che giustifica un viaggio nella città amata da Tabucchi e da chi cerca la dolcezza di vivere e il buon mangiare. Da non perdere anche qui una visita alla Chiesa do Carmo, ossia a quel che resta della più grande cattedrale gotica del Portogallo, ridotta ad un affascinante scheletro nel 1755 dal terremoto e dall’incendio che ne seguì. Chi è incuriosito dalle chiese «incomplete» può anche rimanere in Italia e passare qualche giorno a Palermo, per visitare alla Kalsa la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, così chiamata per via di quel quadro di Raffaello Andata al Calvario conosciuto da tutti come lo Spasimo di Sicilia (oggi al Prado di Madrid). A Palermo in questi giorni ha aperto un centro di fotografia internazionale fortemente voluto da Letizia Battaglia che propone un ricco cartellone di mostre ed eventi. Per deliziare il palato fate un salto a Mondello: il celebre ristorante Charleston festeggia i suoi primi 50 anni. O cercate di essere in città il 13 di dicembre: il giorno di Santa Lucia è d’obbligo per i palermitani mangiare le arancine e non c’è bar, chiosco, gastronomia, trattoria che non proponga la specialità tanto amata dal commissario Montalbano. Se invece siete fan di Don Matteo, il popolare sacerdote tv interpretato da Terence Hill, allora non mancate di andare a Gubbio la cittadina umbra dove la celeberrima fiction è stata girata. Tra scorci medievali e cucina allo spiedo non avrete modo di annoiarvi.

L’altra metà del mondo

Qualora vi prendesse quella certa malinconia d’autunno e voleste cambiar clima, ricordatevi che in Argentina in questo periodo è primavera, Buenos Aires (che vi spiazzerà per le sue strade ampie e i suoi palazzi monumentali, in un mix affascinate di Londra, Parigi e Madrid) si accende di colori. Per mangiare potete fermarvi alla Recoleta, il quartiere che prende nome dal Cimitero dove avrebbe voluto essere sepolto Borges. La curiosità per la nuova cucina sudamericana vi potrà spingere fino a Lima, la capitale del Perù. Qui trovate la ristorazione oggi sulla cresta dell’onda con chef di fama internazionale come Gaston Acurio, Virgilio Martinez, Pedro Miguel Schiaffino, autori di una cucina ricca di sorprese che vanno dal ceviche, il piatto della costa, alle «pachamanca» andina (un modo di cuocere nel terreno che è anche rito religioso). In Perù più che il vino si beve il pisco, acquavite d’uva molto popolare. Chi ama pasteggiare con superalcolici non può però, soprattutto nel centenario della Rivoluzione russa, non andare a Mosca o a San Pietroburgo, dove prima o dopo una visita all’Hermitage, il pranzo e la cena sono riti che si officiano obbligatoriamente con la vodka.

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