Si è chiusa oggi, venerdì 24 novembre, alle 12, nell’Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma, la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio don Luigi Sturzo (1871-1959), fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano. La sessione pubblica è stata presieduta, su delega del vicario Angelo De Donatis, da monsignor Slawomir Oder, vicario giudiziale del Tribunale ordinario della diocesi di Roma.

«Si tratta di un lavoro iniziato nel 1997, formalizzato con la presentazione del Supplex Libellus nel 1999 e con la costituzione del Tribunale nel 2002, articolato attraverso l’escussione di più di 150 testimoni - ha ricordato Oder -. Un lavoro notevole, come parimenti notevole è la figura di Don Luigi Sturzo, il quale certamente eccelse in molti campi del sapere e dell’agire umano, in particolare della politica, ma che di se stesso usava ripetere: “Io sono Sacerdote, non un politico”. E proprio perché sacerdote egli sentì la vocazione ad esercitare il proprio ministero in un campo diverso da quelli usuali, ma non meno importante, quello della politica, perché egli intendeva ricondurre tale umana attività alla sua finalità naturale di carità e di servizio».

Nato a Caltagirone, in provincia di Catania, nel 1871, don Sturzo fu ordinato sacerdote nel 1894. «Pagò con un esilio di ventidue anni in Inghilterra prima e negli Stati Uniti poi, il non essersi piegato al regime fascista e, rientrato in Italia nel 1946, muore a Roma nel 1959, dopo che il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo aveva nominato Senatore a vita nel 1952, una nomina che Don Sturzo aveva accettato solo dopo che gli era stata concessa la dispensa esplicita da parte di Pio XII», ha ricordato il monsignor polacco.

Che si è detto «felice di chiudere la fase diocesana di questa causa. La nostra città di Roma è stata nei secoli benedetta da grazie innumerevoli, a cominciare dalla testimonianza dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ed è divenuta il faro a cui milioni di persone nel mondo guardano per essere illuminati nel cammino cristiano, che ancora oggi viene reso illustre dall’impegno coerente di tanti cristiani e di esemplari sacerdoti, come lo fu Don Sturzo. Un sacerdote, un uomo libero e forte, e speriamo presto di poter dire, col consenso dell’autorità della Chiesa, un Santo!».

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