Su pressione della Russia il presidente siriano Bashar al-Assad avrebbe accettato di ridurre la presenza militare di Hezbollah e dell’Iran vicino al confine con Israele. Secondo il giornale kuwaitiano Al-Jarida, che cita fonti anonime israeliane, il raiss avrebbe offerto, attraverso la mediazione russa, di costituire una zona demilitarizzata profonda 40 chilometri, lungo la frontiera sul Golan. L’offerta va incontro alle richieste israeliane, che il presidente americano Donald Trump ha sollecitato nella sua telefonata al presidente russo Vladimir Putin subito prima del vertice sulla Siria di Soci.

Il colloquio a Soci

Alla vigilia del vertice Assad è volato nella località sul Mar Nero e ha avuto un lungo colloquio con Putin. Ne sarebbe scaturita l’offerta che dovrebbe bloccare le obiezioni israeliani ai piani russo-turco-iraniani sul futuro della Siria. Russia, Turchia e l’Iran si sono ritagliati zone di influenza con l’invio di migliaia di militari ma il premier Benjamin Netanyahu ha detto esplicitamente che non accetterà mai un accordo finale che preveda la «presenza permanente» dei Pasdaran iraniani e del loro alleato libanese, Hezbollah.

La mediazione di Mosca

L’unica condizione posta da Assad a Israele è la fine della politica di «cambio di regime» nei suoi confronti. Assad, come il padre, appartiene alla minoranza alawita, associata agli sciiti e appoggiata dall’Iran. Oltre il 70 per cento della popolazione siriana è però sunnita. Israele è preoccupata dagli equilibri del dopo-Isis, con le forze sunnite in rotta e l’influenza iraniana che abbraccia ormai tutto il Levante, dall’Iraq al Libano. Sia la Russia che l’Iran hanno puntato su Assad per espandere la loro influenza nella regione. Mosca ha però mantenuto buone relazioni anche con lo Stato ebraico.

Il fronte più caldo

Il fronte del Golan è quello più esplosivo. Damasco rivendica i territori occupati da Israele dopo la Guerra dei Sei giorni nel 1967 e ribelli jihadisti si sono impadroniti nel 2014 della zona vicino al confine e delle aree demilitarizzate dal 1974. Durante i sei anni di guerra civile siriana Israele ha compiuto “centinaia di raid” contro convogli e depositi di armi iraniani e diretti a Hezbollah. Il governo Netanyahu ha anche minacciato di “bombardare il palazzo presidenziale di Assad” se la presenza delle milizie sciite non fosse stata ridotta.

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