Dopo Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi, questa sera è il turno di Matteo Renzi sedersi sulla poltrona di Che tempo che fa. Il segretario del Pd ha iniziato l’intervista rispondendo alla domanda sull’irruzione dei naziskin a Como: «Mi ha colpito molto quella vicenda - ha detto a fabio Fazio -. Mi colpisce che le nuove generazioni diamo per scontato sappiano tutto: il capo degli skinheads non solo ha fatto quella sceneggiata ma è andato in radio e ha detto cose che fanno venire i brividi, che ha dei dubbi sugli ebrei morti. Stiamo sottovalutando un’ignoranza che diventa pericolosa occasione alla violenza per farsi strada». Quindi: «Bisogna dire parole chiare: sul nazifascismo non si scherza e quelle parole vanno rifiutate e respinte. A Como sabato prossimo spero ci siano tutti, indipendentemente da come votano, destra, sinistra o Cinque stelle. Sono molto preoccupato -, aggiunge l’ex presidente del Consiglio -. Questi temi sono patrimonio di tutte le forze politiche. Meloni non dica che i problemi sono altri, non sottovalutiamo».

Biotestamento

«Il Pd chiederà martedì la calendarizzazione della legge. Faremo di tutto che il provvedimento sia approvata. La frase di Salvini, mi occupo di `vivi e non di morti´ è di una violenza inaudita verso i malati di Sla, delle malattie degenerative. È come trattarli come cittadini di serie B».

“Galitelli la persona meno adatta a fare il presidente del Consiglio”

Silvio Berlusconi aveva fatto il nome del generale Gallitelli come possibile presidente del Consiglio. Ecco il Renzi pensiero: «Un Paese che ha bisogno di un generale in pensione non eletto mai, non sta benissimo. Conoscendolo, penso sia la persona meno adatta a fare il presidente del Consiglio». Netto sul leader del centrodestra: «Di Berlusconi sorprende sempre la straordinaria capacità di sembrare un passante, uno che negli ultimi venti anni è passato di qua... Berlusconi viene e racconta i motivi per cui non ha fatto niente di quello che ha promesso, una volta è colpa dei giudici, una i comunisti...». Più morbido su chi ha preso le distanze da lui come, ad esempio Sergio Marchionne, Carlo De Benedetti e Lapo Elkann «Penso che sia normale che finché sei il premier le persone importanti siano con te, quando non lo sei no. Magari non è bello ma normale. Io non cambio idea su di loro».

Sinistra a pezzi

Che farebbe Renzi tra l’ipotesi di un’alleanza con Berlusconi e il ritorno alle urne? «Non partecipo al gioco della Torre nemmeno sotto tortura. Io credo e spero che il Pd possa farcela da solo. Magari - ha aggiunto - non ce la fa a recuperare il 40% ma vediamo come vanno i collegi». E poi «la sinistra è una cosa più grande di una sola persona e perciò se in un collegio votare per la cosa rossa, per la sinistra radicale, significa fare un favore a Salvini o Berlusconi, penso che un elettore di sinistra farà fatica, sapendo che fa vincere loro». Renzi distingue, comunque, tra Massimo D’Alema e Pietro Grasso: «Noi siamo rispettosi ci ciò che avviene alla nostra sinistra, certo ci dispiace. È difficile che non ci sia l’atteggiamento del passato di attaccare il leader vicino. A Grasso faccio in bocca a lupo e spero che sia una campagna elettorale civile. Poi bisogna capire se comanderà Grasso o D’Alema». La sinistra ritroverà l’unità? «Speriamo sempre. Abbiamo fatto di tutto per evitare gli elementi di divisione e scontro. Poi però a un certo punto serve chiarezza verso gli elettori». Secondo il segretario del Pd, il partito è unito: «Se ci troviamo chi dice che va tutto male posso dire che il Pd ha un gruppo dirigente affiatato, una squadra, abbiamo tanti nomi. Il segretario è anche il candidato premier ma con questa legge è il colle che indica il premier. Ma noi anche dal punto di vista umano ci vogliamo bene. Non dico che voglio bene a D’Alema, ma tra di noi c’è un rapporto anche personale».

Le prossime elezioni

«La partita sarà tra tre poli. Noi siamo una squadra. Io sono il segretario del Pd, due milioni di persone mi hanno chiesto di farlo. Poi avendo il referendum riportato le lancette indietro, l’incarico lo dà il presidente della Repubblica. Se permette la preoccupazione è che l’incarico lo dia a Salvini, Berlusconi o Di Maio».

“Ius soli va approvato, ma chiediamo anche il rispetto delle regole”

Lo ius soli riguarda «persone, è una legge che abbiamo scritto noi. Mi ricordo bene le discussioni... Voglio dire a chi da casa ha dei dubbi sullo ius soli: non si collega di per sé al tema immigrazione, ma riguarda Miriam, nata a Careggi, cresciuta con mia figlia, parla con la C aspirata. Il punto è che va approvato, ma inserisce il percorso di un cittadino nell’ambito pieno dei diritti della cittadinanza. Dobbiamo chiedere con la stessa forza con cui riconosciamo i diritti, il rispetto delle regole da parte di tutti. È per questo che proponiamo il diritto di cittadinanza, perché tu non sia un cittadino di serie B».

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