Uno sfregio per un quartiere simbolo di Milano, l’Ortica, dove durante l’occupazione post 8 settembre gli operai delle fabbriche della zona furono mandati nei campi di concentramento.

Sul cavalcavia Buccari per i 70 anni della Resistenza e per ricordare le gesta di quel periodo nero della nostra storia, studenti, abitanti e gli artisti di zona, gli Orticanoodles, avevano scritto a grandi lettere: “Bella Ciao Milano”. La notte scorsa quel murales di benvenuto è stato cancellato e sostituito dalle parole “Duce a noi”.

Uno sfregio e un messaggio di sfida inequivocabile che però non ha la firma di nessuno. Il primo ad intervenire è stato il sindaco di Milano Beppe Sala: «Io non voglio gridare all’allarme, però credo che il problema ci sia. Quello che mi aspetto, l’ho già detto, è che tutte le forze politiche condannino ogni forma di richiamo ai disvalori fascisti».

«Mettiamoci d’accordo: o lo fanno tutti o Milano andrà avanti nell’antifascismo militante - ha aggiunto Sala-. Abbiamo accolto una mozione che chiede a tutti coloro che vogliono avere patrocini, contributi e spazi pubblici dal Comune di dichiarare il loro antifascismo e, se non basterà, noi faremo altro perché non è un allarme, ma è un momento delicato quindi io mi auguro che tutti facciano la loro parte. Se così non sarà Milano farà anche più della sua parte perché una città medaglia d’oro alla Resistenza ha questo dovere».

Ancora più duro Pietro Bussolati, segretario del Pd metropolitano, che lo definisce «un oltraggio vile e inaccettabile compiuto da vigliacchi fascisti nascosti nel buio da dove provengono», cioè dei «cugini di quelli che solo una settimana fa hanno compiuto un’irruzione squadrista a Como».

«Dobbiamo prendere atto della deriva xenofoba e fascista a cui stiamo assistendo - aggiunge Bussolati -, ormai non si tratta più solo di minacce sporadiche. Noi non ci voltiamo dall’altra parte, ma continueremo ad opporci con forza a questi signori che vorrebbero riportare in auge chi la storia ha sconfitto. Ortica, quartiere caro alla Resistenza, è più forte di loro. Per questo - conclude - è ancora più importante partecipare alla manifestazione di Como, sabato 9: per dire a questi fascisti che non riscriveranno la storia».

Anche il presidente provinciale di Anpi, Roberto Cenati, attacca: «Siamo di fronte a una preoccupante deriva razzista e antisemita che non deve assolutamente essere sottovalutata. Il pericolo maggiore è costituito dall’indifferenza di fronte alle sempre più pericolose iniziative neofasciste e neonaziste che colpiscono anche la nostra città, capitale della Resistenza».

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