Gentile Pierangelo,

apparentemente il mese delle feste quest’anno sarà come quelli passati, soliti regali, forse meno costosi e magari più utili, solite strette di mano, soliti bacetti e solito sorriso alla «Siamo tutti più buoni». Ma dentro cambia tutto. Forse i consumi aumenteranno, visto la leggera ripresa, ma sta crescendo anche il rancore sociale e la paura della povertà. Su questo influisce la totale mancanza della fiducia nella pubblica amministrazione e nei partiti, che sono nel caos più completo, nessuno con programmi chiari. Assistiamo solo a liti e ripicche di basso livello che fanno rimpiangere i politici del passato, quelli che hanno risollevato l’Italia in pochi anni dopo una guerra disastrosa.

In questa situazione i più colpiti sono i giovani ai quali è tolta sia la possibilità di sognare sia quella di progettare la costruzione del futuro. Viene a mancare la forza propulsiva del passato. Una volta i giovani studiavano e il diploma e la laurea erano una garanzia. Ora non più. Questo stato di cose porta automaticamente a un forte aumento di quel populismo tanto deleterio alla nazione.

Luigi La Carrubba

Caro Luigi, ha perfettamente ragione. Soprattutto sui giovani, sottoscrivo tutta la sua analisi. Ma attenzione ai luoghi comuni. Nel 1984 uscivamo da un periodo ben più rancoroso di questo, dove si sparava persino a chi non la pensava come te. A giugno, quando morì Berlinguer, un signore piccolino, molto ben vestito, con i suoi baffi bianchi si mise in coda come un militante qualsiasi per rendere omaggio alla camera ardente. Si chiamava Giorgio Almirante. Venne giù Pajetta a riceverlo.

Qualche anno dopo, il 22 maggio 1988, quando morì lui, una delegazione del Pci restituì l’omaggio. Pajetta abbracciò Donna Assunta: «Pensa che mi aveva appena detto di riguardarmi la salute». Non erano né migliori né peggiori. Erano persone oneste. E non erano assetati di potere come lo siamo noi adesso, a tutti i livelli. È questo che uccide i giovani. Il potere in una democrazia dovrebbe servire agli altri. E il populismo, ci ha insegnato la Storia, lo regala a una persona sola. Tocca agli uomini rendere onore alla natività di Cristo nei giorni dedicati alla sua memoria, più dei riti e dei consumi. Morirono in primavera, Almirante e Berlinguer. Ma quegli uomini ci fecero due splendidi regali di Natale.

Pierangelo Sapegno si può dire che è nato a La Stampa. Ha seguito guerre, sport, festival di Sanremo. Ora scrive libri e fa un mucchio di altre cose, purtroppo. Ma raccontare la cronaca è rimasta la sua vera passione. Perché la vita passa da lì. E la vita è l’unico capolavoro che ha avuto la fortuna di conoscere.