Gentile Pierangelo,

mi permetto di dissentire con chi afferma che il Presepe, particolarmente quello preparato nelle scuole, sia motivo di discriminazione tra gli alunni e le famiglie di altra fede religiosa. Nella ricorrenza del Natale cristiano c’è un messaggio di pace universale. Il presepe rinnova e vivifica nel cuore di molti la sopita speranza che un giorno si potrà vedere l’intera umanità affratellata in una universale festa di pace. Per cui inviterei gli alunni e i genitori di fede diversa ad arricchire questo magico momento non rifiutando il dialogo, ma esprimendo i propri valori religiosi. La tolleranza, la condivisione, il rispetto per le culture diverse e soprattutto per quel Paese in cui si è scelto di vivere sono valori imprescindibili. Il presepe è l’amorevole centro di aggregazione di tutti gli abitanti della Terra.

Raffaele Pisani, Catania

Caro Raffaele,

sono d’accordo. Il presepe (dal latino prae, davanti, e saepe, siepe) è nato in Italia. Il primo viene attribuito a San Francesco nel 1223: era una Messa in una grotta, a Greccio, dove lui dispose una mangiatoia con un bue e un asino. Il primo presepe con le statuette, di Arnolfo Di Cambio, così come lo intendiamo adesso è del 1283. A casa mia devo accontentarmi dell’albero di Natale. Per me è una memoria dell’infanzia e ne ho un ricordo dolcissimo. C’era, nel gioco di costruirlo, una poesia che mi è rimasta dentro. Non fa male insegnare la poesia anche a chi non vuole.

Caro Sapegno,

ecco alcune idee per i prossimi regali di Natale: regalare il proprio tempo, le proprie conoscenze e competenze. Se alla nonna donassimo 6 ore di lezione per imparare a navigare in Internet, sarebbe sicuramente felice. Al papà un buono di 4 ore per insegnargli a usare il telefonino. Al nonno, il professionista rampante che non ha mai tempo per gli altri, potrebbe regalare alcune serate per ascoltare le sue storie di guerra, alla moglie un fine settimana con cellulare spento.

Mauro Luglio

Bravo Mauro ottima idea. A Renzi, un gioco per far sparire D’Alema. A Berlusconi, l’elisir di giovinezza. A Grillo un calmante. A noi tutta la pazienza che ci serve per sopportarli.

Pierangelo Sapegno si può dire che è nato a La Stampa. Ha seguito guerre, sport, festival di Sanremo. Ora scrive libri e fa un mucchio di altre cose, purtroppo. Ma raccontare la cronaca è rimasta la sua vera passione. Perché la vita passa da lì. E la vita è l’unico capolavoro che ha avuto la fortuna di conoscere.