Cais Kilani, fratello di Hagere, la bimba di 4 anni assassinata brutalmente nell’agosto 2000 in un alloggio del Parasio, ha ereditato da papà Kilani la determinazione tipica della gente tunisina. Spulciando tra le pagine di quello sterminato archivio che è Internet, Cais ha trovato un reportage di Helena Janeczek pubblicato nel 2007 su Nazione Indiana e sul n° 38 di «Nuovi Argomenti» in cui l’assassino di Hagere, il romeno Vasile Donciu (all’epoca dei fatti aveva 22 anni), si lascia andare a un lungo sfogo dal carcere di Bacau. Quanto di quelle pagine, in pratica un unico monologo, sono frutto della fantasia dell’autrice e quanto invece frutto delle reali risposte fornite da Donciu dopo il suo arresto e il trasferimento in un carcere della Romania? Cais, come del resto il papà Abdel, è sempre stato convinto che Donciu non fosse solo e che la fuga successiva (ci volle un mese prima che venisse rintracciato: in Francia fu fermato per controlli e lasciato incredibilmente andare) gli fosse stata facilitata da complici.

Le indagini, condotte a handicap sin da subito, e per le quali si trovarono in contrasto l’allora procuratore capo Luigi Carli con il sostituto Filippo Maffeo, avevano lasciato adombrare più di un dubbio sul fatto che Donciu potesse essere stato ispiratore ed esecutore unico dell’atroce delitto.

Ora dal magma del web spunta questo racconto a metà tra cronaca e romanzo in cui Donciu dice e non dice riguardo a ipotetici aiuti ricevuti. «Gli italiani non si toccano....Secondo voi si toccano gli italiani?», dichiara a un certo punto. Una delle piste investigative seguite da Maffeo portava a un giro di pedofilia in cui sarebbero stati coinvolti personaggi del posto. Ipotesi mai suffragata da prove. Helena Janeczek ha riaperto una pagina mai chiusa definitivamente. Spunti per riesumare un’indagine come spera Cais Kilani?

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