Un’eredità contesa e cinque testamenti a complicare la vicenda giudiziaria approdata in tribunale ad Asti.

A farli redigere un’anziana albese di 86 anni, morta l’anno scorso, che avrebbe più volte espresso la volontà di lasciare i suoi beni - l’abitazione e il denaro - alla parrocchia di Cristo Re ad Alba, che secondo molti conoscenti per lei, donna sola, senza figli e parenti stretti, molto devota, era come una famiglia. Nell’ultimo testamento in ordine temporale, redatto qualche mese prima di morire, però, a sorpresa, la decisione di lasciare tutto ad un’amica e al figlio di lei.

A don Claudio Carena, parroco di Cristo Re, il cambio repentino di volontà ha destato qualche sospetto e ha voluto andare a fondo alla vicenda, arrivando alla decisione, con la Diocesi, di querelare la beneficiaria dell’ultimo testamento, una donna di 79 anni, residente nell’Albese. Dopo mesi di indagini e testimonianze, tra cui quelle di vari parrocchiani, nei giorni scorsi - in tribunale - il giudice per le indagini preliminari Alberto Giannone ha deciso di rinviare a giudizio la pensionata, accusata di circonvenzione di incapace.

«NON ERA AUTONOMA»

La parrocchia è rappresentata dall’avvocato albese Roberto Ponzio, secondo il quale l’imputata avrebbe approfittato dei problemi di salute e della fragilità dell’anziana per farle cambiare le volontà testamentarie.

«Il testamento olografo di fine novembre 2015, l’ultimo - spiega Ponzio -, non è il frutto di una volontà spontanea e consapevole, ma è stato redatto da una persona in stato di infermità mentale. Riteniamo che, almeno dal 2012, l’anziana parrocchiana fosse afflitta da una vasculopatia celebrale che ne ha causato una progressiva perdita di autonomia». Da sottolineare, secondo l’avvocato, anche il fatto che «i beneficiari non siano mai comparsi nei testamenti precedenti» e che «l’anziana avesse sempre dichiarato a più persone di voler lasciare tutto alla parrocchia, motivando la decisione con un debito di riconoscenza per l’educazione e il sostegno ricevuti dalla sua famiglia in passato».

CINQUE TESTAMENTI

I cinque testamenti - 2008, 2009, 2011, 2012 e 2015 - pare che siano uno diverso dall’altro. Fino al quarto, anche se con formule non sempre identiche, la parrocchia di Cristo Re sarebbe citata tra gli eredi per poi non comparire più nell’ultimo, in cui la casa è destinata all’amica, mentre i soldi al figlio di lei. L’imputata dovrà comparire in aula il 12 marzo 2018 di fronte al giudice Elisabetta Chinaglia. A difenderla l’avvocato Ezio Francia di Sommariva Bosco, che - in attesa del dibattimento - non rilascia dichiarazioni.

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