Maurizio Belpietro è stato assolto dall’accusa di avere offeso consapevolmente i fedeli musulmani pubblicando sulla prima pagina di Libero il titolo «Bastardi Islamici», all’indomani degli attentati terroristici parigini del novembre 2015.

Il fatto «non sussiste» per i giudici del Tribunale di Milano, davanti a cui si è celebrato il processo a carico dell’ex direttore del quotidiano (ora alla guida de «La Verità»).

Secondo il pm Piero Basilone invece, che aveva chiesto la condanna a una multa da 8.300 euro il titolo era «un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime di attentati terroristici».

E l’allora direttore, per l’accusa, era «perfettamente consapevole di offendere» con una «espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità musulmana».

Il giornalista si è sempre difeso dicendo che la sua intenzione «era semplicemente di sostenere che i bastardi sono quelli che hanno assassinato quelle persone».

Infatti, così aveva spiegato durante l’interrogatorio in aula, l’aggettivo «bastardi» era riferito ai terroristi e «serviva a definire la matrice islamica degli attentati».

Diverso sarebbe stato, ha sostenuto ancora, scrivere «bastardi musulmani».

«Non so quale siano le motivazioni con cui sono stato assolto – ha commentato Belpietro dopo la lettura del verdetto - immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia che non c’era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi».

Il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza (assistito da legale Pierfrancesco Poli) che si era costituito parte civile ed era stato ammesso dal giudice, aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro e una provvisionale da 100mila euro. Il processo era scaturito dalle querele depositate in Procura da una decina di musulmani.

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