Non si placano le polemiche intorno al Comune di Como che vieta di aiutare i senzatetto. Domenica scorsa è scattata in riva al lago l’ordinanza “contingibile ed urgente” per vietare di «mendicare in forma dinamica con forme di accattonaggio molesto ed invasivo e in forma statica occupando spazi pubblici anche con l’utilizzo di cartoni, cartelli ed accessori vari che arrecano disagio al passaggio dei pedoni».

Detto-fatto la polizia comunale è entrata in azione per fermare i bivacchi notturni nella ex chiesa di San Francesco, a pochi passi dalle mura cittadine e accanto al Palazzo di Giustizia. Peccato che nelle maglie dell’ordinanza è finita anche una onlus locale che da sette anni distribuisce la colazione ai senza dimora che passano la notte all’aperto. Con la denuncia via Facebook dei volontari è scoppiato il caso, ingigantito tanto da intervenire anche il segretario Pd Matteo Renzi: «A Como alcuni volontari vogliono offrire una colazione ai senzatetto, ma questo andrebbe contro alle “regole del decoro” secondo un’ordinanza del sindaco. Ecco, io penso che amministrare un luogo, una città, una comunità, significhi anche fare in modo che un gesto di generosità non possa mai essere definito contro le regole».

Ancora più deciso il testo predisposto da Sinistra Italiana di Como su cui da oggi verranno raccolte le firme per un ricorso al Presidente della Repubblica per chiedere il ritiro dell’ordinanza: «Egregio sindaco, le scriviamo, in quanto cittadini di Como, a seguito dell’ordinanza che ha emesso, la quale, non solo colpisce le fasce più deboli della cittadinanza - le persone senza fissa dimora - ma ancor peggio, la solidarietà dei cittadini che, facendosi carico delle Vostre omissioni, cerca di sostenere chi è più vulnerabile. Riteniamo la sua ordinanza una ferita ai principi di sussidiarietà e solidarietà costituzionalmente garantiti e pertanto, abbiamo deciso di avanzare Ricorso al Presidente della Repubblica per chiedere l’annullamento di questa si, indecorosa, ordinanza. Perché Egregio Sindaco di Como, la solidarietà non si multa».

Il protagonista di tanto zelo, il sindaco di Como Mario Landriscina, dà la sua versione: «Non ci sto a passare per il sindaco cattivo d’Italia, si è trattata di un’incomprensione tra polizia locale e volontari per un intervento che non aveva volontà punitive». Secondo la versione dell’amministrazione comunale, fornita dal comandante della polizia locale Donatello Ghezzo, i vigili intervenuti sotto i portici di una chiesa sconsacrata non avrebbero esplicitamente impedito ai volontari di dare la colazione, come fanno da sette anni a questa parte.

«È nato un malinteso per difficoltà comunicativa o pregiudizi di fondo - ha detto Ghezzo - Il vigile non ha vietato l’attività né ha minacciato multe ma ha fatto presente che c’era un divieto di bivacco e che sarebbe stato opportuno farlo altrove. A quel il punto volontario ha desistito».

Versione che resta pertanto diversa da quella dei volontari, secondo cui i vigili avrebbero minacciato una multa in applicazione dell’ordinanza comunale anti-accattonaggi, e diversa anche da quella fornita nell’immediatezza dei fatti dalla vicesindaco Alessandra Locatelli che aveva parlato di «applicazione dell’ordinanza» da parte dei vigili. La stessa Locatelli, che ha anche la delega al decoro urbano, ha risposto così alle critiche piovute addosso alla giunta di centrodestra: «Adesso è ora di cambiare e, il miglior regalo da mettere sotto l’albero di Natale, è quello di avere una città meno invasa da persone che pensano di poter fare i loro comodi illegalmente e alle spalle degli onesti cittadini. Sono orgogliosa quando riusciamo a scoraggiare abusivi e bivaccanti».

I commenti dei lettori