Dalle parole ai fatti. L’amministrazione americana ha congelato 125 milioni di dollari di fondi destinati all’agenzia delle Nazioni Unite per il supporto dei rifugiati palestinesi. I fondi, pari ad un terzo delle donazioni annuali degli Stati Uniti alla “Relief and Works Agency”, l’agenzia dell’Onu appunto, dovevano essere consegnati entro il primo gennaio ma resteranno congelati - riferisce il sito di news Axios -, fino a quando il governo americano non avrà completato la revisione degli aiuti all’Autorità Palestinese.

Nei giorni scorsi Donald Trump aveva minacciato questa decisione per il rifiuto dei palestinesi di sedersi al tavolo dei negoziati di pace con Israele dopo il riconoscimento americano di Gerusalemme come capitale di quel Paese. “Paghiamo ai palestinesi centinaia di milioni di dollari all’anno e non otteniamo alcun apprezzamento o rispetto. Non vogliono neppure negoziare un trattato di pace con Israele necessario da molto tempo”, ha detto il presidente degli Stati Uniti nei giorni passati. “Noi abbiamo tolto dal tavolo Gerusalemme, la parte più dura del negoziato, ma Israele, per questo, avrebbe dovuto pagare di più. - ha proseguito l’inquilino della Casa Bianca - Ma con i palestinesi non più desiderosi di colloqui di pace, perché dovremmo fare loro uno qualsiasi di quei massicci pagamenti futuri?”

L’allontanamento dei palestinesi dal negoziato segue la decisione degli Stati Uniti di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme riconoscendola di fatto come capitale dello Stato ebraico. Un atto che è stato condannato dalla stragrande maggioranza dei Paesi Onu con una risoluzione dell’Assemblea generale. La mossa di Trump è stata tuttavia da lui stesso considerata il primo passo verso il rilancio del processo di pace tra Israele e palestinesi in cui l’amministrazione americana, aprendo un dialogo col blocco dei Paesi sunniti, vuole assegnare all’Arabia saudita il ruolo di principale broker. E proprio dal Palazzo di Vetro era stata già Nikki Haley a farsi sentire, spiegando che il presidente americano cesserà di elargire fondi “sino a quando i palestinesi non si dimostreranno inclini a tornare al tavolo negoziale”.

“Vogliamo davvero un processo di pace e nulla è cambiato in questo senso. I palestinesi devono dimostrare che vogliono sedersi a quel tavolo - ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu anticipando di qualche ora i tweet di Trump - Al momento però non sembrano volerlo, ma al contempo chiudono aiuti. Noi però dobbiamo essere sicuri che siano pronti a raggiungere quel tavolo”, prima di darglieli.

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