No all’«egoismo» che induce «a considerare la venuta di Gesù nella propria vita come una minaccia». E no alla «indifferenza» verso la fede cristiana, che porta a vivere secondo «i principi del mondo» e «soddisfare le inclinazioni alla prepotenza, alla sete di potere e di ricchezze». No anche alla «paura» che «porta sempre all'ipocrisia». Proseguendo idealmente l’omelia del mattino nella Basilica vaticana, nell’Angelus per l’Epifania con 30mila fedeli riuniti in piazza San Pietro Francesco mette in guardia dalle tentazioni che ostacolano il cammino verso Gesù Cristo.

L’«egoismo», anzitutto. Quello di Erode che nel Vangelo fa da contrappeso alla «premura» dei Re Magi che «non esitano a mettersi in cammino» e «cercano di individuare dove si possa trovare il Re neonato». Proprio a Erode i tre sapienti chiedono dove cercare il luogo in cui doveva nascere il Messia, e il sovrano chiede a scribi e sommi sacerdoti di informarsi a riguardo. Se Erode «ha paura» che questo bambino possa togliergli il potere e chiede di trovarlo «non per adorarlo, ma per eliminarlo», i suoi consiglieri sono invece indifferenti. «Essi conoscono le Scritture e sono in grado di dare la risposta giusta sul luogo della nascita… ma non si scomodano per andare a trovare il Messia. Betlemme è a pochi chilometri, ma loro non si muovono», sottolinea il Papa. 

Le due tentazioni appaiono chiare: «L’egoismo può indurre a considerare la venuta di Gesù nella propria vita come una minaccia. Allora si cerca di sopprimere o di far tacere il messaggio di Gesù. Quando si seguono le ambizioni umane, le prospettive più comode, le inclinazioni del male, Gesù viene avvertito come un ostacolo», ammonisce Francesco. A ciò si aggiunge la paura, sentimento tipico degli ipocriti che «sono così perchè hanno la paura nel cuore». Domandiamoci, aggiunge a braccio Francesco, «ho paura di Gesù? E nel mio cuore voglio farlo fuori?».

D’altra parte c’è l’indifferenza: «Pur sapendo che Gesù è il Salvatore, si preferisce vivere come se non lo fosse: invece di comportarsi in coerenza alla propria fede cristiana, si seguono i principi del mondo, che inducono a soddisfare le inclinazioni alla prepotenza, alla sete di potere e di ricchezze».

L’esempio che ogni cristiano deve seguire è dunque quello dei Magi: «Essere premurosi nella ricerca, pronti a scomodarci per incontrare Gesù nella nostra vita. Ricercarlo per adorarlo, per riconoscere che Lui è il nostro Signore, Colui che indica la vera via da seguire». «Se abbiamo questo atteggiamento - assicura Papa Francesco - Gesù realmente ci salva, e noi possiamo vivere una vita bella, possiamo crescere nella fede, nella speranza, nella carità verso Dio e verso i nostri fratelli». Il Pontefice invoca allora la Vergine Maria perché, con il suo aiuto, il mondo possa «progredire sulla via della giustizia e della pace». 

Al termine dell’Angelus, il Papa ricorda che alcune Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, celebrano in questi giorni il Natale del Signore. «Ad esse - dice - rivolgo il mio augurio più cordiale: questa gioiosa celebrazione sia fonte di nuovo vigore spirituale e di comunione tra tutti noi cristiani, che lo riconosciamo come Signore e Salvatore». 

In particolare Bergoglio esprime «in modo speciale» la sua vicinanza ai cristiani ortodossi copti d’Egitto, vittime nelle scorse settimane di crudeli attentati, e saluta cordialmente «il fratello Tawadros II nella gioiosa occasione della consacrazione della cattedrale al Cairo» che avverrà nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, in occasione del Natale copto. Si tratta di una delle più grandi cattedrali del nord Africa e del Vicino oriente e sarà dedicata alla Natività di Cristo.

Papa Francesco non dimentica poi di ricordare la Giornata Missionaria dei Ragazzi, che «quest’anno invita i ragazzi missionari a fare proprio lo sguardo di Gesù, perché diventi la guida preziosa del loro impegno di preghiera, di fraternità e di condivisione con i coetanei più bisognosi». Un saluto anche ai circa 1400 figuranti del corteo storico-folcloristico “Viva la Befana” che da 33 anni promuove i valori dell’Epifania, quest’anno dedicato al territorio dei Monti Prenestini, come pure al corteo dei Magi che si svolge in numerose città della Polonia con larga partecipazione di famiglie e associazioni. 

Dal Papa infine l’augurio di «una buona festa», insieme alla consueta richiesta: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».

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