Salvini? Mi vuole far fuori perché io rappresento il suo peccato originale. E di questo si vergogna», dice Flavio Tosi, ex sindaco di Verona, espulso dalla Lega nel 2015.

Cosa intende?

«Da tempo ero contrario all’uscita dall’euro e alla secessione e per portare la Lega in tutta Italia, non solo al Nord. Salvini mi ha espulso e ora sta facendo tutte le cose che dicevo allora, prendendomi degli insulti. La mia presenza lo imbarazza».

Ora il leader leghista ha messo il veto: niente Tosi nei collegi maggioritari per la coalizione di centrodestra. E lei cosa farà? Riparerà nel proporzionale?

«In politica serve un minimo di logica. Il veto è contro chi ha collaborato con i governi del Pd? Allora perché vale solo per Maurizio Lupi, Enrico Zanetti e il sottoscritto e non per altri esponenti di “Noi con l’Italia” come Enrico Costa che è stato ministro con Renzi e Gentiloni?».

Lo dica lei...

«No, lo deve dire chi mette questi veti. Con Costa, Zanetti, Lupi e altri siamo tutti fondatori di “Noi con l’Italia”. E se questa lista vuole avere una sua dignità non si possono accettare veti verso nessuno dei fondatori. Altrimenti rischiamo di essere solo dei portatori d’acqua».

Lei però in questi anni è stato ostile al centrodestra. Si candidò contro in Veneto e poi con Patrizia Bisinella al Comune di Verona. E in Senato avete votato provvedimenti dei governi Pd...

«Facciamo ordine. In Veneto mi sono candidato in Regione dopo che Salvini mi ha espulso. E le senatrici vicine a me non hanno mai votato la fiducia ai governi Pd. Abbiamo votato a favore di alcuni provvedimenti, come anche Forza Italia. Punto. Poi, certo, c’è il mio sì al referendum costituzionale. Lo rivendico: se avesse vinto il Sì non saremmo in questo casino, non ci sarebbe il Rosatellum e il rischio di non avere un governo».

Il suo vecchio amico Maroni lascia la Lombardia. Studia da premier?

«Bisogna chiedere a Berlusconi. Sarà lui a prendere più voti nel centrodestra e a indicare il premier».

Lei vorrebbe Maroni?

«È stato il miglior ministro degli Interni e un ottimo ministro del Lavoro».

Pensa che possa darle una mano con Salvini?

«Non credo proprio. Non fece nulla per evitare la mia espulsione dalla Lega, non vedo perché dovrebbe muoversi adesso...».

Nella Lega di qualche anno fa, quando Berlusconi era a Palazzo Chigi, lei era il più antiberlusconiano. Come mai oggi appare entusiasta del Cavaliere?

«Guardi, in quegli anni a me pareva evidente la crisi del governo Berlusconi e vedevo come sarebbe andata a finire. Se lui allora avesse passato la mano a un altro esponente di centrodestra forse la storia sarebbe andata diversamente. Ma non stiamo a rivangare. Io sono pragmatico e oggi le carte nel centrodestra le dà Berlusconi. Di questo bisogna prendere atto. L’unico che non si rassegna è Salvini...».

E lei si ritrova in compagnia di molti vecchi dc...

«Abbiamo dato vita a “Noi con l’Italia”, la cosiddetta quarta gamba. Lo considero un progetto serio, diventerà un partito. Non sono uno che cerca poltrone. Se non sarò in un collegio non ho paura di correre nel proporzionale. Ho sempre dimostrato di avere consensi».

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