Uno spettacolo pieno di energia, che tonifica un grande classico e lo innesta nel presente senza forzature: Mario Martone ha riletto “Il sindaco del rione Sanità” di Eduardo De Filippo con l’apporto decisivo della compagnia Nest di San Giovanni a Teduccio e la scelta di abbassare l’età dei protagonisti. Ne è uscito un risultato imperdibile, prodotto dal Teatro Stabile di Torino con Effedieffe/ Nest e in scena al Grassi fino al 28 gennaio.

Nulla viene tradito dello spirito di Eduardo; piuttosto, quello che il testo del 1960 suggerisce con qualche reticenza viene esplicitato: don Antonio Barracano, il rispettato settantenne che si spende «per limitare la catena dei ricatti e dei delitti» qui è senz’altro un uomo d’onore minaccioso e muscolare, retto per quanto possa esserlo nella propria logica malavitosa. Francesco Di Leva, l’ottimo attore che lo interpreta, ha dichiarato di essersi ispirato a Muhammad Ali per la capacità di virare dalla cordialità nella vita privata alla violenza sul ring: d’ora in poi, sarà difficile non sovrapporre alla composizione eduardiana del vecchio deluso dalla vita il suo neanche quarantenne in felpa e cappuccio.

I questuanti che arrivano a casa Barracano per chiedere un arbitrato di giustizia o farsi cavare un proiettile sono guaglioni di paranza, il vilain Arturo Santaniello (Massimiliano Gallo) un colletto bianco della camorra, il medico e consigliori (Giovanni Ludeno) una figura complessa da serial americano. Il tutto scevro da inutili gomorrismi, in 110 minuti filatissimi e senza tregua, comprensibili a ogni latitudine nonostante il napoletano stretto. I costumi sono di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P. Scene essenziali di Carmine Guarino, con i due cani feroci di Don Totonno a montare la guardia in proscenio.


Teatro Grassi, via Rovello 2, fino al 28 gennaio, 26/33 euro, www.piccoloteatro.org

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