Mancano ancora alcuni dettagli, ma l’accordo tra Emma Bonino e il Pd sembra ormai fatto. Ieri l’incontro alla sede dem del Nazareno, il primo dopo molte settimane. Per la lista +Europa c’erano Benedetto Della Vedova, Riccardo Magi e la new entry Bruno Tabacci, che con suo simbolo di Centro democratico ha evitato ai radicali la complicata raccolta firme. Per il PD la triade composta da Maurizio Martina, Piero Fassino e Lorenzo Guerini. In gioco c’è l’apparentamento alle elezioni, molto auspicato dai dem che in caso di rottura si ritroverebbero praticamente privi di alleati. Tra domani e giovedì nuovo incontro, entro il 19 gennaio l’intesa deve essere chiusa, perché devono essere presentati i simboli delle liste.

«L’intesa è in primo luogo possibile per la comune convinzione che per l’Italia non vi sia futuro senza l’Europa», è l’incipit del comunicato congiunto. L’europeismo è la sostanza del possibile accordo: Bonino di fronte alla crescita delle forze euroscettiche ha deciso di investire sul Pd come argine ai sovranisti, pur avendo opinioni diverse su alcuni temi come l’immigrazione e il deficit. Nel comunicato si citano solo quelle comuni, cioè lo ius soli e la crescita «nel segno della sostenibilità», il risanamento finanziario e la riduzione del debito pubblico. Nessun accenno alla proposta di Renzi di portare il deficit al 3% per 5 anni, su cui Bonino e Tabacci sono decisamente contrari.

Ma i nodi di programma non saranno dirimenti. Come ha spiegato Bonino, infatti, «questa non è una coalizione, ma solo un apparentamento nei collegi uninominali: ciascuno mantiene il suo programma e il suo candidato premier».

Nei giorni scorsi la riflessione dentro +Europa è stata molto accesa. Ci sono alcuni sondaggi che premiano l’intesa col Pd, e altri che suggeriscono una corsa in solitaria, nonostante la soglia di sbarramento al 3% sia molto difficile da superare. Sul tavolo del vertice la questione della pari dignità dei potenziali alleati e gli spazi tv. I radicali chiedono garanzie di visibilità, spazi garantiti sulle tv. E vogliono anche una presenza del premier Paolo Gentiloni alle loro iniziative. La questione dei collegi sicuri, spiega una fonte di +Europa, «non sarà dirimente». «Il Pd ha talmente pochi collegi sicuri che può concederci davvero poco. Non romperemo certo se i collegi per noi saranno 3 invece di 4…».

Bonino potrebbe correre a Torino, collegio considerato non sicuro. Ci sarebbe poi posto anche per Riccardo Magi o Benedetto Della Vedova e per Bruno Tabacci. Queste le dimensioni della pattuglia di +Europa che potrebbe sbarcare nel prossimo Parlamento. Sempre che la lista non superi il 3%.

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