Il Papa ha ricevuto questa mattina un gruppo residente in Germania di Yazidi, la minoranza irachena di etnia curda che abitano una zona tra Siria, Turchia e Iraq, «vittime innocenti di insensata e disumana barbarie», ha sottolineato Francesco, ricordando che «in tante parti del mondo ci sono ancora minoranze religiose ed etniche, tra cui i cristiani, perseguitate a causa della fede» e facendo appello alla comunità internazionale perché non rimanga «spettatrice» ma faccia tutto il possibile per salvare coloro che «sono ancora nelle mani dei terroristi», come pure «per rintracciare i dispersi e per dare identità e degna sepoltura a quanti sono stati uccisi».

«Cari fratelli e sorelle, vi saluto fraternamente e vi ringrazio per questo incontro, attraverso il quale abbraccio idealmente tutti i membri della comunità Yazidi, in particolare quanti vivono in Iraq e Siria» ha detto il Papa, che ha ricevuto la delegazione nell’Auletta accanto all’aula Paolo VI. «Il mio pensiero solidale e orante va alle vittime innocenti di insensata e disumana barbarie. È inaccettabile che esseri umani vengano perseguitati e uccisi a motivo della loro appartenenza religiosa! Ogni persona ha diritto di professare liberamente e senza costrizioni il proprio credo religioso. La vostra storia, ricca di spiritualità e cultura, è stata purtroppo segnata da indicibili violazioni dei diritti fondamentali della persona umana: rapimenti, schiavitù, torture, conversioni forzate, uccisioni. I vostri santuari e luoghi di culto sono stati distrutti. I più fortunati tra voi sono potuti fuggire, ma lasciando tutto quanto avevano, anche le cose più care e più sacre». 

«In tante parti del mondo ci sono ancora minoranze religiose ed etniche, tra cui i cristiani, perseguitate a causa della fede», ha aggiunto Francesco. «La Santa Sede non si stanca di intervenire per denunciare queste situazioni, chiedendo riconoscimento, protezione e rispetto. Al tempo stesso, esorta al dialogo e alla riconciliazione per risanare ogni ferita. Di fronte alla tragedia che si sta perpetrando a danno della vostra comunità, si comprende, come dice il Vangelo, che dal cuore dell’uomo possono scatenarsi le forze più oscure, capaci di giungere a pianificare l’annientamento del fratello, a considerarlo un nemico, un avversario, o addirittura un individuo privo della stessa dignità umana». 

Il Papa ha quindi alzato ancora una volta la voce «in favore dei diritti degli Yazidi, anzitutto il diritto ad esistere come comunità religiosa: nessuno può attribuirsi il potere di cancellare un gruppo religioso perché non fa parte di quelli detti “tollerati”. Penso inoltre ai membri della vostra comunità che sono ancora nelle mani dei terroristi: auspico vivamente che si faccia tutto il possibile per salvarli; come pure per rintracciare i dispersi e per dare identità e degna sepoltura a quanti sono stati uccisi. La Comunità internazionale non può restare spettatrice muta e inerte di fronte al vostro dramma. Incoraggio pertanto le istituzioni e le persone di buona volontà appartenenti ad altre comunità a contribuire alla ricostruzione delle vostre case e dei vostri luoghi di culto. Non si tralascino concreti sforzi per creare le condizioni idonee al ritorno dei profughi alle loro case e a preservare l’identità della comunità Yazidi. Dio ci aiuti a costruire insieme un mondo dove si possa vivere in pace e fraternità».

 

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