Nuovo attacco terroristico a Kabul. Dopo il massacro di sabato perpetrato da un kamikaze dei Taleban, questa mattina è stato un commando dell’Isis a colpire, in una delle aree più sorvegliate e protette, in teoria, della capitale afghana. Almeno quattro terroristi hanno attaccato l’Accademia militare Marshal Fahim. Uno si è fatto saltare in aria al check-point di ingresso, gli altri hanno cercato di farsi strada con raffiche di armi automatiche.

Dieci feriti

Due jihadisti, compreso il kamikaze, sono morti subito, uno è stato ferito e bloccato, ma un quarto si è asserragliato all’interno del complesso. Un primo bilancio è di undici morti e dieci feriti fra le forze di sicurezza. L’obiettivo sembra quello di far strage di reclute e ufficiali cadetti, come già in passato hanno fatto i Taleban sia in Afghanistan che in Pakistan. Il portavoce del ministero della Difesa, generale Dawlat Wazir, ha confermato che due membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi e dieci feriti.

Attacchi continui

Poco dopo è giunta la rivendicazione dell’Isis sull’agenzia islamista Aamaq. L’attacco arriva ad appena due giorni della terribile strage con una ambulanza-bomba nel centro di Kabul: il bilancio è salito a 105 morti e quasi duecento feriti. Dieci giorni fa l’assalto all’Hotel Intercontinental era costato la vita ad almeno 22 persone.

Competizione fra jihadisti

In Afghanistan operano tre principali gruppi islamisti: i Taleban, il Network Haqqani (Taleban strettamente legati al Pakistan), l’Isis. I Taleban contano su 40-60 mila combattenti. Le forze dello Stato islamico sono stimate in un migliaio di miliziani, in parte foreign fighters, ma in espansione.

Le forze in campo

A contrastare i jihadisti ci sono ancora circa 15 mila militari della Nato, dopo un picco di 150 mila nel 2011. Le forze di sicurezza afghane, addestrate dagli occidentali, contano sulla carta su 300 mila uomini, ma solo un terzo sono operativi. Nel 2016 hanno avuto quasi settemila caduti e 12 mila feriti, e la pressione degli insorti, come l’attacco all’Accademia, rende quasi impossibile la creazione di una forza efficiente, in grado di controllare tutto il territorio.

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