Il primo a «sparare» addosso al candidato impresentabile in merito alle candidature del Partito democratico in vista del voto è il leader di Possibile, Pippo Civati : «Paolo Alli è stato uno dei principali collaboratori di Formigoni nei suoi anni dorati. Ora è candidato dal Pd e dalla sua coalizione. E’ stato forse il miglior dirigente della destra lombarda, il più vicino – sotto il profilo politico e amministrativo – al Celeste. Perché privarsene?».

Alli è il ciellino di ferro, nelle stanze del potere lombardo dal 2006: prima come capo di gabinetto del presidente lombardo Roberto Formigoni e poi sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia. Nel 2013, finito il regno del Celeste Formigoni, viene eletto alla Camera con il Popolo della Libertà. Ora è di nuovo candidato al Senato nel collegio uninominale di Mantova per l’alleanza a guida Pd, in quota Centro Popolare, la lista centrista creata dalla ministra uscente della sanità, Beatrice Lorenzin per portare i centristi in Parlamento in coalizione col Partito Democratico di Matteo Renzi.

La stretta collaborazione con Formigoni è costato ad Alli lo scorso ottobre il rinvio a giudizio nel processo per corruzione a carico dell’ex governatore lombardo. A finire sotto la lente degli inquirenti milanesi le presunte tangenti nella sanità e i rapporti di Formigoni (già condannato a sei anni per il caso Maugeri) con il presunto intermediario ed ex consigliere lombardo Massimo Gianluca Guarischi. Stando alla ricostruzione del pm Eugenio Fusco, da Guarischi per conto di un imprenditore e in cambio dello sblocco di stanziamenti, avrebbe ricevuto oltre 400mila euro, tra contanti, orologi, spese per viaggi tra il Sudafrica e la Croazia e il noleggio di jet e barche.

Nelle geometrie variabili della politica italiana Alli da avversario è diventato alleato nelle liste di Civica Popolare la formazione del ministro della salute Beatrice Lorenzin. A gridare allo scandalo è l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano ed esponente Pd, Pierfrancesco Majorino: «Abbiamo candidato alle elezioni politiche in un collegio lombardo a nome della coalizione Paolo Alli, anche se non nelle liste del Pd, certo. Il braccio destro di Formigoni: ma fa schifo solo a me questa cosa? Ma allora era meglio Formigoni direttamente». ha commentato sulla sua pagina Facebook la composizione delle liste per la Camera e il Senato della sua coalizione. Sono basito. Però per Realacci e Manconi non c’era posto. Ho difeso spessissimo e lo farei mille volte la complessità di Compagnia delle Opere, che è un arcipelago enormemente ampio. E lo ho sempre fatto dicendo: il problema non è Comunione e Liberazione in sé ma quella parte che in questi anni ha fatto scelte precise. Ecco Alli era uno di quelli di quelle scelte precise e più che legittimamente non se ne è mai vergognato».

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