Circa cinque minuti di video durante i quali si appella a Papa Francesco per chiedergli di intervenire per la sua liberazione e si congratula con lui per il viaggio in America latina (Cile e Perù) compiuto a metà gennaio. Suor Gloria Cecilia Narvaez, la religiosa colombiana delle Suore Francescane di Maria Immacolata, rapita l’8 febbraio 2017 a Karangasso, nel sud del Mali, riappare in un nuovo video diffuso recentemente sul web dal “Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani”, organizzazione legata ad Al Qaeda.

Il filmato sembra esser stato girato a dicembre come si intuisce dalle parole della suora che sottolinea che la sua prigione continua nel momento in cui i cristiani celebrano le festività natalizie. Nel video vengono mostrati anche otto ex ostaggi di varie nazionalità liberati in seguito a trattative con i rapitori; una voce commenta che «costoro erano nostri ostaggi e sono tornati a casa» e accusa «la forza che colonizza la regione» di «ostacolare il completamento dei negoziati per chiudere il dossier» di suor Gloria, chiedendo che la trattativa sia portata avanti da organizzazioni benefiche indipendenti.

«Abbiamo visto il video come tutti e siamo felici di saperla in vita e questo ci spinge a continuare le preghiere e gli sforzi per la sua liberazione», ha dichiarato all’agenzia Fides monsignor Jean-Baptiste Tiama, vescovo di Sikasso, in Mali. «Ci ha confortato vedere che suor Gloria appaia in buone condizioni e il fatto che abbia fatto riferimento al viaggio del Papa in Cile e Perù ci fa pensare che il video sia recente. E questo ci dona molta speranza». Ricordando che la settimana prossima sarà trascorso esattamente un anno dal rapimento della religiosa, il presule annuncia che si terrà una veglia di preghiera e che «tutta la comunità diocesana si recherà nel luogo del rapimento per vegliare in preghiera per chiedere la liberazione della religiosa».

Il primo video della suora era stato diffuso dai rapitori nel luglio 2017. Gloria Cecilia Narváez Argoti, da anni attiva nel Paese nell’assistenza e nella formazione degli abitanti delle campagne - zona del Mali, peraltro, mai colpita da casi di sequestri o violenze jihadiste - era stata prelevata intorno alle 21 di sera dell’8 febbraio dell’anno scorso da un gruppo di uomini armati che aveva fatto irruzione nella parrocchia di Karangasso a Koutiala, per poi fuggire con l’autovettura della parrocchia.

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