Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si trova in visita di stato a Roma.

Prima tappa il Vaticano per l’incontro con il Papa stamane poco dopo le 9.

E’ stato un colloquio a porte chiuse lunghissimo quello tra il Pontefice e Erdogan, durato oltre 50 minuti. Il presidente era arrivato con oltre dieci di minuti di ritardo. Lo ha salutato in inglese, ricevendo una risposta in italiano.

LO SCAMBIO DEI REGALI

Evocativo il dono di Francesco a Erdogan, dopo il colloquio durato dalle 9.54 alle 10.45: un medaglione con un angelo della pace che, ha spiegato, “strangola il demone della guerra” e il messaggio per la pace di quest’anno. Oltre a questi, il Papa ha donato al presidente un acquaforte del 1600, con la Basilica di San Pietro quando c’erano ancora due campanili e una copia dell’enciclica sulla cura del Creato Laudato Si’.

Francesco ha ricevuto una panoramica di Istanbul in ceramica; puntando il dito, Erdogan gli ha mostrato le diverse zone della città. Poi gli ha consegnato quattro libri di e su Gialal al-Din Rumi, teologo musulmano sunnita e poeta mistico di origine persiana. Fondatore della confraternita sufi dei «dervisci rotanti» , Rumi è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana.

I TEMI AFFRONTATI NELL’INCONTRO

Sul tavolo, come aveva annunciato in un’intervista alla Stampa lo stesso Erdogan, c’è lo status di Gerusalemme, ma anche la questione dei migranti, le persecuzioni dei cristiani e la «necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale».

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Il Vaticano non ne fa accenno esplicito, ma uno dei nodi è l’offensiva di Ankara contro i curdi in Siria. L’intervento armato dei turchi è scattato dopo che gli Stati Uniti avevano annunciato di voler aiutare i curdi - alleati nella guerra contro lo Stato Islamico - a dotarsi di una guardia di frontiera per evitare l’infiltrazione dei terroristi nel loro territorio. La Turchia ha interpretato il gesto come un tentativo di rafforzare lo stato curdo, cosa ritenuta inaccettabile.

SCONTRI DOPO IL SIT-IN A CASTEL SANT’ANGELO

La comunità curda di Roma, in concomitanza con il colloquio in Vaticano, si è organizzata in un sit-in di protesta nei giardini di Castel Sant’Angelo - degenerato in tensioni e cariche della polizia, quando si è provato a trasformarlo in un corteo, forzando il cordone di sicurezza. Più vicino non si può: tutta l’area intorno alla Basilica di San Pietro è inaccessibile, sia per i pedoni che per le automobili. Elicotteri sorvolano i cieli e blindati della polizia circondano l’area più che per le altre visite ufficiali.

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Sono passati 59 anni dall’ultima visita di un presidente turco in Vaticano, quando Celal Bayar, fece visita a Giovanni XXIII in apertura delle relazioni diplomatiche tra i due Stati. La visita del Papa in Turchia risale invece a novembre del 2014, quando il ricordo del genocidio armeno aveva aperto una ferita tra i due stati. Ora i fili tra il Vaticano e la Turchia si riannodano lentamente: la questione di Gerusalemme è stata già affrontata da Erdogan e Bergoglio in due telefonate a dicembre scorso, il 7 e il 29.

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Subito dopo il colloqui con Erdogan, Francesco ha ricevuto ad limina i presuli caldei, guidati da Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq). La minoranza religiosa ha subito una ferocissima persecuzione da parte degli estremisti islamici di Isis in tutto il medio oriente e in particolare nella Piana di Ninive, in Iraq, dove 200mila persone sono state costrette alla fuga.

La delegazione a seguito del presidente turco era composta da 16 persone, tra cui sette donne, quattro con il capo coperto e tre no. Tra loro, c’erano la moglie Emine, la figlia Esra e il marito, Berat Albayrak, ministro dell’Energia. C’erano poi altri quattro ministri: degli Esteri, delle Relazioni con l’Ue, dell’Economia e della Difesa.

Al termine del colloquio con il Papa, Erdogan ha visto il segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, e con il seguito ha visitato la Basilica di San Pietro.

INTANTO L’OLANDA RITIRA AMBASCIATORE DA ANKARA

A poche ore dal termine della visita di Erdogan in Vaticano, è giunta la notizia che l'Olanda ha deciso di ritirare il suo ambasciatore in Turchia. «L’Olanda e la Turchia hanno avuto nell’ultimo periodo colloqui a vari livelli. Fino a questo momento, questi colloqui non hanno offerto una prospettiva di normalizzazione delle relazioni bilaterali. Di conseguenza il governo olandese ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore ad Ankara, che non ha avuto accesso in Turchia da marzo 2017» è stato annunciato in una nota del ministero degli Esteri dell’Aja.

NEL POMERIGGIO INCONTRO CON GENTILONI E MATTARELLA

Alle 13,47 il presidente turco è arrivato al Quirinale per l’incontro con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nel pomeriggio vedrà anche il nostro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni con cui discuterà di immigrazione clandestina, industria della difesa e dell’adesione di Ankara all’Unione europea. «Con l’Italia i nostri rapporti sono eccellenti», ha detto Erdogan. «Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità del Mediterraneo e siamo alleati in ambito Nato».

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