Un faccia a faccia animato tra il direttore del Museo Egizio, Christian Greco, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, arrivata a Torino per aprire la campagna elettorale e lanciare la candidatura di Augusta Montaruli. Per la Meloni l’iniziativa del Museo è una forma di razzismo al contrario, verso gli italiani. «Informazioni scorrette», ha replicato il direttore, rivendicando che l’Egizio è patrimonio di tutti e non può essere strumentalizzato a fini politici.

Blitz al mercato

«La sinistra pensa ai mercati finanziari, noi siamo interessati a quelli rionali: i problemi della gente si capiscono e si risolvono partendo da qui». Parola di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, protagonista di un blitz a Torino al mercato di corso Cincinnato e poi di un duro j’accuse al Museo Egizio: «Siete razzisti con gli italiani».

Contro Appendino

Nel suo mirino della Meloni anche i Cinquestelle, che secondo lei sono due facce della stessa medaglia: «Al momento di governare la città i grillini si sono dimostrati uguali alla sinistra, hanno tradito e abbandonato le periferie». Duro il giudizio sull’attività della giunta Appendino: «Rispetto alle promesse della campagna elettorale si è visto poco o nulla, a parte il disastro dei fatti di piazza San Carlo. Insomma: la sindaca non è molto diversa dalla Raggi a Roma».

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«Razzismo al contrario»

Il clou della visita della leader di FdI è stato l’Egizio: «I biglietti agevolati per le coppie arabe sono una forma di razzismo al contrario, verso gli italiani. È una vergogna che Torino non merita». Per Meloni «Il caso dell’Egizio accende i riflettori sul processo di islamizzazione che i Cinquestelle stanno favorendo a Torino».

La querelle è esplosa quando è improvvisamente comparso il direttore del Museo: «State cercando di strumentalizzare il Museo a fini politici, questo è inaccettabile». «No, caro direttore, siete voi che discriminate», lo ha fermato la Meloni. «L’Egizio è di tutti, cerco solo di avvicinare le persone alla cultura - ha protestato a sua volta il direttore -. Mi dica: manifesterete anche perché giovedì faremo entrare gli studenti a quattro euro? Perché noi le agevolazioni le facciamo per tutti». «Ma questo non c’entra nulla, lei sta confondendo le acque», ha replicato Meloni, spalleggiata da Agostino Ghiglia, il quale ha eccepito sui costi di comunicazione della campagna promozionale del Museo. «Lei parla di centinaia di migliaia di euro ma non sa cosa dice - lo ha rimbeccato Greco -: abbiamo solo 100 mila euro per tutta la campagna di comunicazione e non prendiamo contributi pubblici». Il clima si è (leggermente) stemperato quando il direttore, prima di andarsene, ha regalato alla Meloni il biglietto d’ingresso e due pubblicazioni del Museo .

«Informazioni scorrette»

A seguire, la precisazione arrivata dalla direzione dell’Egizio. «Christian Greco ha offerto il biglietto d’ingresso e due pubblicazioni del Museo Egizio (Storia del Museo e Catalogo Ufficiale) a Giorgia Meloni, che oggi ha scelto di presentare i candidati di Fratelli d’Italia di fronte all’istituzione di Via Accademia delle Scienze - si legge nel comunicato -. A seguito delle informazioni scorrette diffuse in questa circostanza, il direttore del Museo ha precisato che la promozione destinata a chi parla arabo non ha alcuna connotazione religiosa né politica e si inserisce in un più ampio progetto di inclusione sociale, denominato “Il Museo fuori dal Museo” che prevede il coinvolgimento di università, scuole, carceri, ospedali e comunità straniere». E ancora: «Christian Greco ha infine ricordato che l’Egitto è il paese arabo più grande al mondo ed il luogo da cui provengono le collezioni: il Museo Egizio ha l’onore e l’onere di custodire un patrimonio culturale che è di tutti la cui accessibilità è una priorità e una precisa responsabilità di chi lo gestisce, in piena ottemperanza all’art. 9 della Costituzione Italiana».

«Libertà di manifestare»

Sbagliato, a detta di Meloni - che prima di recarsi all’Egizio ha deposto una corona sulla lapide dedicata agli esuli istriani e dalmati, vandalizzata ieri sera - bloccare la manifestazione organizzata per domani da Forza Nuova e Casa Pound: «In un paese civile ciascuno deve essere libero di manifestare e di esprimere il proprio pensiero». Più sfumato il giudizio di Guido Crosetto, coordinatore nazionale di FdI: «In campagna elettorale si strumentalizza tutto. Organizzare una manifestazione del genere è chiaramente una provocazione, negarla significa aiutare chi ci prova. A questo punto, tanto vale lasciargliela fare».

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