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Un violoncello di ghiaccio per riflettere sulla crisi idrica e sul futuro

Un violoncello di ghiaccio per riflettere sulla crisi idrica e sul futuro
Al via N-ICE-CELLO TOUR con Giovanni Sollima, per far riflettere sul tema dell’acqua e della sua importanza a livello planetario per l’ambiente e per l’umanità
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A partire dal prossimo 29 gennaio Giovanni Sollima, violoncellista di fama internazionale, delizierà le platee d'Italia suonando il violoncello. Niente di nuovo verrebbe da dire, visto il nome, se non fosse che questa volta si tratta di un violoncello speciale, un violoncello di ghiaccio.

Il progetto stavolta è di quelli ambiziosi: accanto al tour musicale è infatti prevista la creazione di un docu - film ideato e diretto da Corrado Bungaro, il violinista che, in qualità di direttore artistico coordina questo gruppo di talenti, pronti a partire per la penisola per far riflettere sul tema dell'acqua e della sua importanza a livello planetario per l'ambiente e per l'umanità.

Tra i talenti in questione c'è anche Tim Linhart, scultore, pittore e liutaio americano, originario del Kansas. Dopo anni di sperimentazioni, Linhart ha iniziato a costruire strumenti musicali fatti di ghiaccio, unici per sonorità e fascino. Violini, viole, chitarre, percussioni ed ora questo violoncello che Giovanni Sollima suonerà in giro per l'Italia.

Il Tour partirà dal ghiacciaio della Presena, il luogo dove Tim ha costruito il violoncello durante una residenza artistica. Un percorso da Nord a Sud, dalle Alpi alla Sicilia, dai ghiacciai al Mar Mediterraneo, a simboleggiare l'acqua che ritorna e viene riportata nei luoghi da dove è sparita. Un grave problema che genera conflitti e sarà causa, se già non lo è, delle cosiddette migrazioni ambientali, uno dei tanti drammi che ci troveremo ad affrontare nel prossimo futuro.

Quello del Violoncello trasportato in una cella frigorifera mobile, come ”materia fragile« richiama infatti alla mente un altro percorso, un esodo di senso contrario, quello dei migranti che dalle terre senz'acqua si spostano verso Nord. Un esodo che ha alla base diversi fattori tra i quali anche il cambiamento climatico e il degrado ambientale. Ecco allora che quella materia fragile, quel violoncello ghiacciato trasportato con cura verso Sud è l'acqua che vorremmo tornasse, simbolicamente, come un atto di restituzione, in quei paesi dove scarseggia.

Un viaggio

on the road
di più di 1500 km, in compagnia di personaggi da incontrare di volta in volta lungo il percorso. Personaggi del mondo dell'arte e della scienza che faranno di questi momenti un'occasione per testimoniare e riflettere sul destino del Pianeta. Cambiamento Climatico, aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, crisi idrica e le loro conseguenze sociali a livello globale saranno i temi affrontati durante il Tour.

Insomma, come sempre accade durante i viaggi on the road, si costruisce consapevolezza durante il percorso, insieme ai compagni di viaggio e alle persone che si incontrano lungo il cammino, uno scambio che accresce la sensibilità e approfondisce la conoscenza creando punti di incontro, che poi sarebbe proprio il fine dell'arte e della scienza.

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