Il segretario di Stato americano Rex Tillerson arriva a Beirut per una visita di poche ore, prima dell’ultima tappa del suo viaggio in Medio Oriente, in Turchia. Nel programma è previsto l’incontro con il presidente, il cristiano Michel Aoun, e il primo ministro Saad Hariri, musulmano sunnita. Non sono previsti incontri con esponenti della componente sciita.

Ieri sera ad Amman, in Giordania, Tillerson ha ribadito che gli Stati Uniti sostengono un «Libano democratico, libero da ogni influenza straniera». «Sappiamo –ha aggiunto – che l’Hezbollah libanese è influenzato dall’Iran. Questa influenza non è positiva, riteniamo, sul lungo periodo».

Il segretario di Stato ha poi ha aggiunto che «riconosciamo anche che in realtà Hezbollah fa parte del processo politico in Libano». Il Partito di Dio fa parte del governo di unità nazionale guidato da Hariri, con due ministri, ed è alleato del Fronte patriottico guidato dal presidente Aoun, che si contrappone alla coalizione dello stesso Hariri.

Hezbollah controlla però anche un milizia armata di circa 40 mila uomini, con decine di migliaia di missili e razzi puntati contro Israele. Circa diecimila combattenti sono in Siria a sostegno del presidente Bashar al-Assad, sciita-alawita. Nel 2006 Hezbollah si è scontrato con l’esercito israeliano, in una guerra durata 33 giorni, nel Sud del Libano.

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