Resta l’incognita del luogo che ospiterà l’incontro, ma si sa già la data e l’ora. Simone Di Stefano, leader e candidato premier di CasaPound, sarà a Torino giovedì, dopodomani, e alle 21 presenterà programma e candidati di partito in vista del voto del prossimo 4 marzo. A confermare l’arrivo è stato il comunicato pubblicato sulla stessa pagina Facebook di CasaPound Torino. Poche righe: «Vi aspettiamo numerosi, riprendiamoci la libertà».

LE REAZIONI

Ieri, sempre via social, è arrivata la reazione dei comitati antifascisti. Già mobilitati per un sit-in di protesta, giovedì già a partire dalle sette di sera, che parte dallo slogan tutt’altro che rassicurante: «Chi semina odio raccoglie tempesta: lanciamo la rete, staniamo Di Stefano». L’iniziativa è promossa da «Giovani antifascisti Torino» e «Bollettino antifascista San Salvario», ma sembra aver già raccolto i primi consensi, come quello degli attivisti del centro sociale Askatasuna.

Il giallo sul teatro scelto per l’evento dovrebbe essere risolto già nelle prossime ore. Il luogo più accreditato, almeno per ora, resta un hotel non troppo lontano dal centro. Di certo, invece, è il no della Gam, che ha preferito non mettere a disposizione il suo auditorium. Non tanto per la programmazione di altri eventi, piuttosto per ragioni di sicurezza.

I PRECEDENTI

Già la scorsa settimana la partecipazione dei candidati di CasaPound al dibattito preelettorale aveva scatenato non poche polemiche. Con il deputato del Partito democratico Andrea Giorgis e il consigliere regionale Marco Grimaldi, Sinistra italiana, in corsa nel collegio uninominale Torino Centro per il centrosinistra e per Liberi e Uguali, che hanno deciso di disertare il convegno «Votati alla Cultura» al polo culturale Lombroso vista la presenza, tra gli invitati, del candidato di CasaPound Federico Depetris. Il motivo? «La cultura è antifascista».

E del resto le contestazioni non sono certo una novità per gli appuntamenti del tour elettorale di Simone Di Stefano. Soltanto domenica, a Napoli, le proteste e gli scontri con la polizia si sono chiusi con il bilancio di venti persone fermate, dopo l’esplosione di bombe carta e il lancio di pietre e fumogeni. «C’è un innalzamento del livello di aggressività, una strategia mirata per colpire le forze dell’ordine» aveva detto, cessati i disordini, il questore di Napoli Antonio De Iesu.

IN TRECENTO PER LE FOIBE

A Torino un assaggio delle tensioni tra militanti del partito della tartaruga e collettivi antifascisti si è già vissuto il 10 febbraio. Il giorno dei cortei simultanei davanti alla lapide in memoria delle vittime delle Foibe, in corso Cincinnato. In trecento, tra antagonisti, attivisti di centri sociali e delle varie anime anarchiche torinesi, hanno invaso i quartieri di Lucento e Vallette per cercare di bloccare prima il presidio di Forza Nuova, poi la fiaccolata di CasaPound. Un manifestante, torinese di 40 anni, è stato arrestato dagli agenti della Digos dopo aver cercato di superare i cordoni di polizia in tenuta antisommossa ed essere entrato in contatto con alcuni agenti.

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