Gli uomini che hanno fatto la Costituzione e quelli che l’hanno difesa, chi è stato ucciso per rimanere fedele ai suoi principi o ne ha raccontato lo spirito nelle proprie opere: le figure di Peppino Impastato e Carlo Casalegno, i testi di Pasolini e Gaber si intrecciano a formare uno spettacolo di parole e musica dedicato alla Costituzione oggi, «Settant’anni portati bene».

La raccontano due anticonvenzionali notai torinesi, ormai esperti di storytelling: «Siamo giuristi, ma non costituzionalisti - sintetizza Giulio Biino, che con Fabrizio Olivero porta avanti il progetto - e pur mantenendo un fondamento scientifico, volevamo che questo racconto fosse uno spettacolo che raccontasse com’è nata, quali “Italian Heroes” l’hanno difesa, quali principi sono alla base della nostra carta d’identità». Il progetto, nato con il Circolo dei lettori, è in viaggio da tempo tra scuole elementari, medie e superiori, ogni volta adattato al linguaggio della platea: giovedì alle 18 sarà aperto a tutti durante una serata nell’aula magna del Liceo «Carlo Alberto» di Novara.

«Sarà una sintesi di una cinquantina di minuti, perchè lo spettacolo è nato in realtà su tre serate» anticipa Biino. E non si pensi alla classica «lectio» di storia, ma più a un viaggio attraverso i diritti: «Parleremo di com’è nata, della volontà di ricostruire il Paese dopo la Seconda Guerra mondiale con un testo alla portata di tutti i cittadini. Poi delle storie di chi l’ha difesa a spada tratta affrontando altre due grandi guerre, quella al terrorismo e quella alla mafia».

Andando anche oltre le storie più conosciute: «Persone che hanno creduto nel diritto alla difesa, nella libertà di stampa, nel diritto al lavoro, come l’avvocato torinese Fulvio Croce e il giornalista Carlo Casalegno, uccisi dalle Br a Torino, il sindacalista Guido Rossa, Peppino Impastato e la sua lotta alla mafia, il cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo» che celebrò il funerale del generale Dalla Chiesa pronunciando un duro atto d’accusa nei confronti dello Stato. E poi, la musica: l’inno di Mameli e l’«Io non mi sento italiano» di Gaber, che conquista i ragazzi.

Un viaggio fino a oggi, alle fake news, al testamento biologico, al tema dei migranti, agli spazi di riforma per rendere la Carta più attuale. E che tutto questo cada nel pieno di una campagna elettorale dai toni forti e spesso estremi rende il dibattito ancor più importante: «I ragazzi sono molto più sensibili ai grandi temi che non alle piccolezze di certa politica. E noi vogliamo far scoprire loro i grandi intellettuali del nostro paese, vogliamo scatenare emozioni e finora è successo». È un modo per dare un volto nuovo all’educazione civica, anche per i più piccoli: «Un bimbo a fine incontro ci si è avvicinato e ha chiesto: voi che siete così esperti qual è la legge che vorreste fare? È la domanda delle domande, significa che qualcosa abbiamo lasciato».

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