«Prendete la vostra vita in mano e fatene un capolavoro». La frase di San Giovanni Paolo II riassume bene “Cruxman”, la pellicola prodotta dalla Gpg Film con la regia di Filippo Grilli. L’arrivo di un prete, don Beppe Falco, in una parrocchia di periferia coincide con l’approdo sulla scena di un «giustiziere» vestito di rosso. «È un supereroe – racconta Grilli – che, in maniera quasi fumettistica, decide di mettersi un costume e una maschera per riparare i torti e salvare i propri parrocchiani».

Raccontando di questa figura che non si prende troppo sul serio si vuole, però, fornire un altro messaggio che richiama il Papa e il suo discorso in Cile ai consacrati: non abbiamo bisogno di preti super eroi, ma abbiamo bisogno di preti che si sentano perdonati. «Ci siamo chiesti – continua il regista – quale può essere, oggi, il rapporto del prete con la sua comunità: deve risolvere i problemi come una volta o ha il compito di far riscoprire i valori e il Vangelo?». C’è, semplicemente, bisogno di un «prete che faccia diventare supereroi gli altri. Non possiamo, infatti, aspettare il salvatore della patria, ma ognuno di noi deve recitare la propria parte».

Realizzato con un budget molto ridotto, circa 20mila euro, “Cruxman” offre, quindi, chiavi di lettura diverse. Da una parte ci si diverte davanti a questo «giustiziere della notte» che piace tanto ai ragazzi, dall’altra si riflette. È evidente che «l’uomo della croce» non è don Beppe. Lo stesso protagonista, quando si confronta con il proprio parroco, è quasi illuminato: Gesù è Dio e uomo. «Quando incontra lo storpio, rimette i suoi peccati, ma lo guarisce anche. Il sacerdote deve pensare all’anima, ma anche alle necessità di chi ha di fronte».

Nel film c’è tutto il vissuto del regista. Insegnante di italiano e inglese nella formazione professionale alla scuola salesiana di Sesto San Giovanni, da anni Filippo Grilli collabora con la sua parrocchia (l’unità pastorale Santa Teresa Benedetta della Croce) di Lissone. In particolare, segue i cammini per le giovani famiglie, perché «il diventare genitori è molto difficile e spesso è una fascia dimenticata dalla pastorale. La mia esperienza di regista nasce insieme ad un altro educatore nel 2003 come esperimento educativo. Ci siamo detti: perché invece di fare teatro, non ci inventiamo di girare un film? Da lì ha preso piede l’associazione culturale con la quale ho realizzato sei produzioni. Una di queste, “Voglio essere profumo”, è dedicata ad Alessandro Galimberti, un seminarista morto nel 2004».

La Gpg film ha anche una finalità sociale. Tutti i proventi della proiezione e della vendita dei Dvd vanno esclusivamente in beneficenza per due progetti diversi ma complementari. Il primo è per la missione a Niem Bouar, nella Repubblica Centrafricana, dei padri Betharramiti: hanno un ospedale senza sala operatoria. «Cercheremo di aiutarli a costruire il blocco operatorio». Il secondo intervento sostiene le adozioni a distanza per una scuola materna ed elementare gestita dalle Ancelle di Gesù Bambino nella città di San Pedro in Costa d’Avorio. «È fondamentale investire sui bisogni primari, ma dobbiamo fornire anche gli strumenti perché possano vivere bene nel loro contesto». Al cinema si può ridere, si può pensare e si può anche fare un gesto di solidarietà.

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