«Per il matto di Osnago darei la mia follia». Così termina una poesia di Alda Merini (1931-2009), scrittrice lungo internata in un ospedale psichiatrico, dedicata al suo editore, Alberto Casiraghi (in arte Casiraghy), di Osnago, in provincia di Lecco. Un po’ matto, malato di una geniale follia, probabilmente lo è davvero Casiraghy, classe 1952, che dal 1982 crea libri a Osnago con le sue edizioni Pulcinoelefante. Volumetti di complessive otto pagine, stampati con tirature dalle 15 alle 32 copie con il testo composto a caratteri mobili in piombo Bodoni e stampato dalla macchina piana Nebiolo.

Testi brevi, spesso aforismi (molti dello stesso Casiraghy) o poesie, in primis di Alda Merini, della quale ha pubblicato circa millequattrocento titoli. Fra i suoi autori, oltre ad Alda Merini artisti e scrittori come Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Gillo Dorfles, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari (Casiraghy è considerato l’erede del grande artista e designer milanese), Fernanda Pivano, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e ai poeti della beat generation, per citare solo alcuni nomi.

La mostra I Pulcini di Casiraghi. Tipografia e poesia ospitata fino al 31 marzo a Milano nella Galleria Gruppo Credito Valtellinese (Corso Magenta, 59) celebra questa singolare figura. Sono esposti oltre duecento libri, alcuni dispiegati nella loro interezza, altri appesi, volteggianti come a formare un piccolo eden per bibliofili, insieme agli strumenti del lavoro tipografico (caratteri, matrici xilografiche, cliché) e in una sala è proiettato Il fiume ha sempre ragione, documentario diretto da Silvio Soldini nel 2016, dedicato a Casiraghy e al ticinese Josef Weiss, entrambi con la passione per la tipografia.

Affascinante girovagare fra i libri, piccoli eppure esteticamente e intellettualmente affascinanti. Un libro ospita una frase dello scrittore argentino Jorge Luis Borges: «Un libro lo stampi per non correggerlo per tutta la vita» (forse non vale per i libri di Casiraghy, così brevi). Il 17 febbraio era la Festa del Gatto, ed è indubbiamente interessante per gli amanti dei felini e dei libri l’aforisma che si legge in uno dei volumetti: «Un gatto non dormirebbe mai su un libro mediocre».

Alda Merini in una poesia misticamente erotica dedicata all’allora Monsignore (adesso è Cardinale) Gianfranco Ravasi (cresciuto proprio a Osnago) si definisce «odalisca di Dio».

Tanti volumetti hanno solo un’opera d’arte (Casiraghy è anche illustratore), senza testo, mancano però i fumetti. «Stampo con i caratteri mobili, non riuscirei tecnicamente a riprodurre un fumetto» ci dice. In uno c’è un aforisma di un’artista: «Mi sono accorta di essere diventata vecchia il giorno in cui invece di un bacio mi hanno chiesto un disegno». Per Stephen King se un romanzo è una storia d’amore un racconto è un bacio, ma i libri di Casiraghy, così piccoli, non sono forse neanche dei baci: sono l’attesa di un bacio. Ma l’attesa di un evento è spesso più piacevole dell’evento stesso.

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