Quella per le prossime elezioni politiche deve essere una campagna elettorale particolare per Doriano Raise. Il candidato alla Camera per Liberi e Uguali la affronta fuori dal Partito Democratico, di cui è stato anche segretario e in cui continuano a militare alcuni amministratori con cui ha condiviso decenni di vita pubblica. «La mia è stata una scelta ben precisa – spiega il consigliere comunale –: in quel Pd non potevamo più stare, mentre di questa nuova formazione politica sono pienamente convinto. Ciò non toglie che i rapporti consolidati e le amicizie restino. Purtroppo in quel partito non c'erano più spazi di discussione, nell'ultima riunione a cui ho partecipato, che veniva subito dopo la sconfitta sul referendum costituzionale, sembrava non fosse successo nulla. Queste cose pesano, come le delusioni, è vero che nei diritti civili qualcosa è stato fatto, e mi sembra il minimo, ma su temi come il lavoro si è soltanto peggiorata la situazione». Se però con i democratici le differenze sono marcate lo stesso Raise precisa che «il nostro vero avversario è il centrodestra». Nei cui confronti già all'atto di presentazione dei candidati si era espresso senza mezzi termini. «E lo ribadisco, Delmastro, il candidato alla Camera, è un fascista, magari 4.0 ma cambia poco». Per Raise la vera sfida è «portare a votare il mondo dei delusi dal Pd. Gente come me se non fosse nato Liberi e Uguali se ne starebbe a casa, invece oggi può scegliere serenamente una sinistra riformista. Me lo confermano gli elettori che ho incontrato nei mercati del Biellese». Tornando al centrodestra, in provincia parte da favorito. «Anche vent'anni fa Lega Nord eleggeva due parlamentari, non scopriamo niente di nuovo. La Forza Italia di Pichetto fino a sei mesi fa sembrava morta e sepolta, poi l'aria è girata. Ce l'hanno fatta parlando alla pancia della gente di sicurezza e di immigrazione. Problemi che effettivamente vanno gestiti e il Pdr, il partito di Renzi, non ha saputo farlo».

Con i democratici Raise continua a condividere il posto in maggioranza in consiglio comunale, anche se i dissapori non sono mancati. «Ho sempre espresso le mie posizioni contrarie su temi come la funicolare, piazza Duomo, la privatizzazione degli asili, a un certo punto vedi che non c'è confronto e allora sono uscito dal gruppo». L'ultimo caso ha riguardato la mozione sulla Palestina respinta dalla stessa maggioranza. «Ho ripreso quella firmata un anno e mezzo fa da tutta la maggioranza, ho aggiunto una riga contro l'intervento di Trump a Gerusalemme e l'hanno respinta. Non importa, io resto coerente con i miei principi e ideali». A votare contro sono stati anche i due consiglieri di Possibile che pure hanno aderito a Liberi e Uguali. «Non voglio entrare nel merito, mi limito a rilevare come qualcuno dovrebbe porsi il problema di costituire un gruppo autonomo».

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