Il centro di accoglienza per migranti previsto nelle ex caserme Crespi in regione Baité, a breve distanza dal Municipio, scatena un dibattito politico a Imperia. Forza Italia ha presentato una mozione da discutere nel prossimo Consiglio comunale, che invita l’amministrazione a tornare sui propri passi.

Il progetto era stato annunciato un paio di anni fa: se il sindaco Capacci stimava in una quarantina gli immigrati che potevano essere accolti, secondo l’opposizione sarebbero stati oltre cento. La ristrutturazione in vista del nuovo utilizzo delle scuderie nell’ex presidio militare di via Strato che confina con la carema dei Vigili del fuoco, era stato annunciato dallo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per un costo stimato di 800 mila euro.

Una mozione analoga presentata nel dicembre 2016 da Alessandro Casano di Fratelli d’Italia, Giuseppe Fossati di Imperia riparte e dalla stessa Poillucci, che si esprimeva contro la realizzazione del centro migranti, era stata respinta dal Consiglio (in quella occasione il sindaco si era astenuto).

Ora Piera Poillucci, capogruppo di Forza Italia e promotrice della mozione, torna alla carica: «Dobbiamo opporci strenuamente all’apertura del centro di accoglienza e smistamento di immigrati (meglio dire clandestini), nelle scuderie delle ex caserme Crespi a Imperia. La mozione dice no al centro. Tra il Palazzo comunale e la Commissione tributaria, ove avrebbe senso logisticamente mantenere un polo amministrativo, a ridosso di quartieri abitativi, una parte dell’ enorme edificio demaniale sta per essere trasformato in un centro di accoglienza per soli 39 migranti, con notevole impiego di danaro pubblico: l’ipotesi che gli accolti saranno così pochi è scarsamente credibile. Io penso invece che questo sia il primo passo verso la realizzazione di un polo provinciale, in cui si darà alloggio a “immigrati”, per la stragrande maggioranza clandestini, i quali, come abbiamo visto succedere nelle altre realtà italiane, potranno delinquere incontrollati o, nell’ipotesi meno grave, bighellonare per la città».

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