L’invito rivolto al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, conferma l’attenzione dei vertici della Fnsi (Federazione nazionale Stampa italiana) per la Chiesa e l’interesse per l’idea di essere “casa” di tutti i giornalisti non solo per le questioni sindacali. L’incontro, che ha riempito il salone dedicato a Walter Tobago, è stato aperto dalla domanda del presidente dell’Ucsi del Lazio, Raffaele Luise, sulla “primavera” di Papa Francesco e a quale punto sia questa primavera. Il cardinale Bassetti ha risposto citando la Bibbia, il profeta Isaia, in particolare quella sentinella che chiede a quale punto sia la notte.

 

Dopo i riferimenti biblici è arrivato il paragone tra la primavera di Francesco e la primavera di questo nostro tempo presente: ormai sarebbe imminente, visto che siamo a marzo, eppure in questi giorni si parla di gelo, di neve caduta abbondante anche lì dove usualmente non c’è, ha spiegato, ma sappiamo che la primavera arriva, che presto gli alberi daranno frutto. È seguito, molto suggestivo, il paragone ecclesiale, con la primavera di Giovanni XXIII, della quale non tutto era chiaro anni dopo la sua elezione.

Ricordando il discorso d’apertura del Concilio di Papa Roncalli, il cardinale Bassetti ha scorto parole e segni di Papa Francesco, in particolare quella medicina della misericordia preferibile alla rigidità. In quel discorso infatti Giovanni XXIII disse: «Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando».

 

I vescovi dell’Umbria, ha raccontato Bassetti ai tanti giornalisti presenti, sono stati tra i primi ad essere ricevuti da Papa Francesco, appena 20 giorni dopo la sua elezione. E Bassetti, quale arcivescovo di Perugia, era presente ovviamente. Francesco, ha proseguito, «ci assicurò che avrebbe ripreso il tema dell’evangelizzazione» e di lì a non molto giunse la Evangelii gaudium, nella quale «ci esorta ad avviare processi più che occupare spazi: è lo spirito del suo pontificato». 

 

Francesco, che in precedenza aveva affermato essere un Papa «che sta chiedendo a tutti di rinnovarsi nella fede e nel cuore», per il cardinale Bassetti si pone come iniziatore di un processo che sarà poi lo Spirito Santo a portare avanti, per questo non si avvilisce mai, «essendo convinto che sarà lo Spirito Santo, non gli uomini, a portare avanti questo processo. Si fida di Dio». Il Papa argentino appare al cardinale al totale servizio della Chiesa e dell’umanità intera, terrorizzato dal carrierismo, dal problema dei soldi e questo lo si evince da quanto ha detto sulla corruzione. Ovviamente nella sua ricostruzione di quella che è stata chiamata «la primavera di Francesco» non potevano mancare i poveri, davanti ai quali il Pontefice «non si pone in senso sociologico, ma evangelico.» Ed ha sottolineato che probabilmente l’immagine della «Chiesa ospedale da campo» cara a Francesco ha un antenato o precursore nella «Chiesa ambulanza» della quale parlò una volta don Primo Mazzolari. 

 

Tra gli aspetti più importanti del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, ha proseguito il presidente della Cei, c’è probabilmente la rivitalizzazione di figure cattoliche importantissime, come don Mazzolari, appunto, Giorgio La Pira e tanti altri che hanno dato il meglio della Chiesa italiana. Loro hanno costruito un umanesimo cristiano e quindi, soffermandosi brevemente sulla Cei, ha legato proprio all’insegnamento di La Pira la già annunciata idea di un incontro in Italia, forse in Sicilia, con i vescovi delle due sponde del Mediterraneo, spazio comune per ebrei, cristiani e musulmani, che appartengono alla famiglia abramitica. 

 

Un altro tratto della primavera di Papa Francesco sulla quale è stato chiamato ad esprimersi il presidente della Conferenza episcopale italiana lo ha indicato nella frase «pastori con l’odore delle pecore», per soggiungere che il prete senza il profumo del suo gregge non conta nulla, diviene «un semplice funzionario del sacro». Infine, richiesto di un giudizio sull’informazione religiosa in Italia, il cardinale Bassetti ha preferito formulare un suggerimento, riassunto in tre parole: «serietà, sobrietà, analisi». 

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