Donald Trump dichiara ufficialmente la guerra commerciale al resto del mondo. Dalla Russia alla Cina si leva un coro di proteste e preoccupazioni. L’Europa annuncia contromisure su prodotti come Harley Davidson, Bourbon o Levi’s, citati esplicitamente da Jean-Claude Juncker. Aziende come Electrolux sospendono gli investimenti negli Usa. E su entrambe le sponde dell’Atlantico le Borse iniziano a tremare: Milano e Parigi chiudono con -2,39%, Francoforte con -2,27%. In ribasso anche Wall Street.

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La Casa Bianca ha annunciato giovedì di voler introdurre dazi sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%). Ieri il presidente americano ha condito la mossa con uno dei suoi tweet di sfida: «Quando un Paese perde miliardi di dollari, le guerre commerciali sono giuste. E facili da vincere». I dettagli legali arriveranno la prossima settimana. Ma in quei giorni anche Bruxelles metterà sul tavolo le proprie armi per rispondere: mercoledì la Commissione presenterà una serie di misure difensive. Non premerà subito il grilletto, nella speranza che il solo sventolarle possa servire per convincere Washington a fare un passo indietro. Il messaggio sarà chiaro: «Ecco come siamo pronti a reagire».

La mossa dell’Ue ricalcherà grossomodo quanto fatto nel 2002 per rispondere alle misure annunciate dall’allora amministrazione Bush. Bruxelles adottò una serie di provvedimenti, senza però arrivare a metterli in pratica. E lo scontro commerciale fu scongiurato. Ma questa volta la partita sembra più difficile. L’interlocutore americano è ben noto e il lavoro diplomatico fatto negli ultimi mesi ha sbattuto contro un muro di gomma. Ne è ben consapevole Cecilia Malmstroem, commissario Ue al Commercio.

Bruxelles valuta quindi una serie di «contromisure per riequilibrare la situazione» con gli Usa. Il che vuol dire dazi su alcuni prodotti: l’acciaio, ovviamente, ma anche il settore agricolo sarà coinvolto. Nel mirino, inoltre, un elenco di beni mirati per colpire gli Usa e metterli in difficoltà in alcune aree produttive del Paese sensibili per i Repubblicani. Si pensa per esempio a prodotti come le Harley Davidson (Wisconsin), ai succhi di frutta (Florida) o al whiskey Bourbon (Kentucky).

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L’Ue – con «il pieno sostegno di Berlino» – avvierà poi le consultazioni alla Wto con gli altri partner mondiali e, parallelamente, lancerà un monitoraggio del mercato interno per rilevare eventuali incrementi nell’import di acciaio, possibile conseguenza delle barriere commerciali americane. In quel caso sarebbero necessarie misure di salvaguardia che colpirebbero l’acciaio proveniente da altre parti del mondo e dirottate verso l’Ue.

«Rischiamo un’escalation che danneggerebbe tutti» lancia l’allarme BusinessEurope, la Confindustria europea. Il settore dell’auto è quello che più ha risentito delle tensioni (il titolo Fca ha perso il 5,72% alla Borsa di Milano ).

La Camera di Commercio americana in Europa esprime le sue preoccupazioni. Secondo Eurofer, l’introduzione dei dazi americani può «dimezzare da un giorno all’altro» le importazioni dell’acciaio europeo (5 milioni di tonnellate nel 2017).

Il caso finirà sul tavolo del forum globale sulla sovraccapacità nel settore siderurgico che è in programma tra il 7 e il 9 marzo a Parigi.

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