Alla vigilia del voto, decine di studenti e attivisti pavesi si sono svegliati con un bollino appiccicato sulla porta di casa e sui campanelli: “Qui ci abita un antifascista”.

Facilmente riconducibili a Forza Nuova e CasaPound, i bollini sono solo l’ennesima provocazione tra i militanti di estrema destra e la società civile. Tra le abitazioni “marchiate” non ci sono solo quelle degli esponenti politici, come l’assessore alla cultura Giacomo Galazzo, esponente di LeU, ma anche quelle di alcuni attivisti dell’Anpi locale e delle Rete Antifascista. Tra questi Veronica Bianco, studentessa rappresentate della rete degli Studenti Medi di Pavia e l’informatico e attivista politico Mauro Vanetti, che lo scorso luglio è stato aggredito prima verbalmente e poi a pugni da alcuni esponenti di CasaPound, oltre ad aver ricevuto telefonate anonime con minacce di morte.

Tra le persone che si sono svegliate con la porta marchiata, riporta il quotidiano locale La Provincia Pavese, ce ne sarebbero alcune implicate nei processi per gli scontri dello 5 novembre 2016, quando la rete antifascista tentò di impedire un corteo dell’estrema destra. A processo i trenta imputati sono stati tutti prosciolti.

CasaPound ha inaugurato una nuova sede nel centro storico, in via della Rocchetta, proprio accanto alla prima sede del circolo Arci studentesco Radio Aut e dove si trova il Sottovento, storico locale di ritrovo della sinistra universitaria. «Non è la prima provocazione, ma l’ennesima - racconta uno degli attivisti che questa mattina si è svegliato con un bollino sotto casa -. In occasione della commemorazione delle foibe, una quarantina di militanti si sono presentati davanti al Sottovento battendo i pugni contro le vetrine del locale. Non si respira una bella aria, e questa è solo l’ultima provocazione».

La reazione? «Stamperemo dei nuovi bollini, proprio uguali ai loro, per ribadire che non siamo anti-fascisti - conclude -. E li distribuiremo per strada nei prossimi giorni».

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